Era la mattina del 22 settembre del 1952 quando Carbonia, nata da appena 14 anni ma già legatissima al suo primo sacerdote che ne condivideva lotte e fatiche quotidiane, fra povertà e morte in miniera, si risvegliò con la notizia che don Vito Sguotti non c’era più.

Cade oggi infatti il 70esimo anniversario della scomparsa del parroco forse più amato nella storia della cittadina mineraria. Riposa in una cappella della navata di sinistra della chiesa di San Ponziano (dove oggi è stata celebrata prima messa in suffragio alle 7.30 e la seconda sarà alle 19). Il feretro è sormontato da un dipinto di Ielmo Cara che restituisce tanti momenti anche epici della vita quotidiana di don Vito. 

Cappellano curato dell'Onarmo del Vaticano, don Vito Sguotti arrivò a Carbonia nel 1937, poi venne richiamato a Roma l'anno successivo e ritornò a Carbonia nel 1945 dividendosi nella lotta alla povertà. Il suo corteo funebre verso il cimitero venne accompagnato da una folla di 20mila persone. Siccome la sepoltura divenne meta di pellegrinaggio quotidiana, le autorità ecclesiastiche decisero di trasferire le spoglie nella chiesa di San Ponziano. Operazione che avvenne nel 1965: per le operazioni di traslazione venne aperta la bara e si verificò un fatto ritenuto strabiliante, raccontano le cronache del tempo che le condizioni della salma erano identiche a quelle di tredici anni prima, il corpo si presentava integro e intatto. 

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