Pochi giorni prima dello scorso Natale, durante una tempesta, si è incagliato sulle coste del Sulcis, in corrispondenza della scogliera di Capo Sperone, a Sant'Antioco.

Dopo ore di ansia e paura, l'equipaggio è stato portato in salvo. Quindi, per settimane, le squadre di tecnici incaricate dall'armatore, sotto la supervisione della Guardia costiera, hanno provveduto allo svuotamento dei serbatoi, per evitare un disastro ambientale.

Successivamente lo stesso armatore e la Capitaneria, assieme a un team di esperti, hanno iniziato ad abbozzare un piano per la definitiva rimozione.

Sono passati quasi quattro mesi. Che fine ha fatto il cargo Cdry Blue?

E' ancora arenato a Capo Sperone.

Ogni giorno gli uomini della Capitaneria si recano sul posto, via mare o via terra, a seconda delle condizioni meteo, per monitorare la situazione, soprattutto per quanto riguarda i possibili sversamenti e la presenza di sostanze inquinanti in mare.

I bollettini quotidiani diramati dai militari non segnalano problemi, segno che, almeno dal punto di vista ambientale, la situazione è tranquilla.

Diverso è il discorso per la rimozione del relitto, che ancora rimane dov'è.

L'emergenza Coronavirus, poi, non deve aver aiutato, facendo probabilmente saltare, o per lo meno rallentare, gli iniziali piani (peraltro complessi) di spostamento.

E così l'imbarcazione resta incagliata alla scogliera. E ci resterà chissà ancora per quanto.

(Unioneonline/l.f.)
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