Un terremoto giudiziario ha scosso la piccola Capitaneria di Porto di Carloforte. Un ufficiale dell’Ufficio Circondariale Marittimo, forse anche per anni, avrebbe distribuito patenti nautiche in cambio di denaro o di altre utilità, senza far sostenere agli aspiranti skipper l’esame necessario per il conseguimento della certificazione. Nel registro degli indagati già una dozzina di persone, ma l’inchiesta della Procura è destinata ad allargarsi a macchia d’olio perché ora gli investigatori starebbero indagando sulle patenti rilasciate negli ultimi quattro anni.

L’inchiesta è stata assegnata al sostituto procuratore Andrea Vacca che ha fatto partire nei giorni scorsi gli inviti a comparire per i primi indagati: sono stati sentiti oggi dagli investigatori della Sezione di polizia marittima e giudiziaria della Procura.

A finire nel registro degli indagati, oltre all’ufficiale in servizio nella Capitaneria di Porto dell’isola, ci sono anche le persone che avrebbero ottenuto la patente nautica senza fare l’esame. Le prime contestazioni riguardano fatti che sarebbero avvenuti nell’estate del 2018, ma le indagini stanno proseguendo per accertare anche i certificati di abilitazione concessi negli anni seguenti.

Per il momento i reati contestati sono quelli di corruzione e falso. Nel primo caso, secondo quanto ipotizzato dalla Procura, l’ufficiale avrebbe compiuto atti contrari al proprio ufficio, ricevendo dagli aspiranti comandanti di piccole imbarcazioni una imprecisata somma di denaro o altre utilità, così da ottenere il rilascio della patente. I falsi, invece, sono ipotizzati per ricostruire l’escamotage utilizzato per ottenere la patente: prima sarebbero stati redatti finti verbali attestanti la partecipazione all’esame, poi veniva denunciato alla polizia o ai carabinieri lo smarrimento della patente mai conseguita e, infine, veniva redatta un falso certificato. Tutto senza mai aver fatto l’esame.

Nei giorni scorsi, l’ufficiale della Capitaneria di Porto di Carloforte – difeso dall’avvocato Marco Aste – ha subito il sequestro dei telefonini e del computer dell’ufficio.

Il pm Andrea Vacca ha già assegnato l’incarico al consulente per l’estrazione dei dati e l’esame del contenuto, così da verificare se ci sia materiale utile all’inchiesta. Nello stesso tempo, il Nucleo di polizia marittima e giudiziaria della Procura sta proseguendo nella verifica delle numerose patenti rilasciate nel corso degli anni. Il sospetto è che, alla fine degli accertamenti, si conteranno varie decine di indagati. Tra i difensori spiccano gli avvocati Marco e Gianluca Aste, Francesco Marongiu, Carlo Amat e numerosi altri legali d’ufficio.

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