È un pescatore di Sant’Antioco il destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita stamattina dai carabinieri della locale stazione nell’ambito dell’indagine “Isola Rossa”.

Gli approfondimenti investigativi, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Alessandro Pili del tribunale di Cagliari, erano nati dalla denuncia presentata da un uomo vittima di un attentato portato a termine con un ordigno esplosivo nella sua abitazione, evento avvenuto a metà dicembre del 2020. L’episodio aveva provocato solo danni strutturali. In seguito, i militari avevano accertato che a Sant’Antioco era in corso una serie di azioni violente (alcune tentate, altre consumate e altre ancora in fase di programmazione) originate da mancati pagamenti di forniture di droga.

Il 30enne, G.M.P., sostanzialmente mandante dell’attentato, si è reso responsabile anche di estorsioni e spaccio di stupefacenti, principalmente cocaina. È proprio il mancato pagamento di una partita di droga che lo ha indotto Pau (anche attraverso un complice, S.L., sempre di Sant'Antioco) a far esplodere l’ordigno davanti alla porta di casa della sua vittima.

I carabinieri hanno inoltre individuato C.A., pescatore 50enne di Sant'Antioco, dedito al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione; l'uomo ha assoldato alle sue dipendenze alcune giovani donne del Sulcis Iglesiente per la vendita del loro corpo a persone del luogo e non, in cambio di svariate somme di denaro.

E, ancora, le indagini hanno permesso di scoprire gli esecutori di un incendio appiccato all’auto di un meccanico di Sant’Antioco, che avevano agito per vendicare un “torto” subito. Nei guai sono finiti S.L., disoccupato 21enne; C.F., pescatore 30enne; e V.V., disoccupata 40enne.

(Unioneonline/s.s.)

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