«Non ospiteremo più cittadini israeliani a meno che non dichiarino apertamente di ripudiare i crimini commessi dal governo israeliano e dal suo esercito». È l'annuncio che campeggia sul sito del residence privato Villa Ebner, a Porto Pino, una struttura di circa 5000 metri quadri vicino alla spiaggia. «Far morire di fame bambini, donne, uomini non è un atto politico, né tantomeno un legittimo atto di difesa», la spiegazione.

Un indirizzo ben preciso, preso per dare un segnale – anche a distanza – sulla guerra a Gaza. «Boicottare i responsabili diretti di quanto sta avvenendo», specifica il residence, «e chi, in silenzio, ne avvalla l’operato, è una scelta che ci auguriamo venga condivisa da molti. È vero, è meno di una goccia in un oceano, ma necessaria almeno per dare un minimo di senso alla nostra coscienza».

Specificando come non sia «un organo politico», il residence Villa Ebner (sul cui sito è presente, oltre a quello per la Palestina libera, anche un messaggio di supporto all'Ucraina) chiarisce come «si debba dar conto di eventi che per gravità non possono essere ignorati. Quanto sta accadendo nella striscia di Gaza è uno di questi eventi». Per questo «è inumano non sentire il dovere di fare qualcosa che vada oltre a un’indignazione di facciata. Lo stermino sistematico di un popolo con l’intento dichiarato di cancellarlo dalla faccia della terra va considerato un vero e proprio genocidio».

(Unioneonline)

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