Perdaxius. «Lavorare come “serva” è un mestiere che mi piace e si guadagna bene. Andare a servizio mi permetterà di avere i soldi necessari per vivere, per comprarmi i vestiti che voglio e per andare via dal paese». Era l’8 marzo del 1974 quando Miranda Piredda, che viveva a Perdaxius e aveva 12 anni, scrisse un tema capace di commuovere la professoressa di Lettere che, per quelle riflessioni incredibilmente mature, contattò la redazione de L’Unione Sarda. Il giorno successivo il giornale in zona andò a ruba: «In realtà in paese qualcuno si offese per il titolo – ricorda sorridendo oggi Miranda che ha 62 anni e lavora come operatrice socio-sanitaria – io ero stata semplicemente sincera».

Il componimento

Era un tema scritto in bella grafia quello consegnato alla professoressa Rossana Copez: «La ricordo ancora, era una docente molto brava – racconta – ci aveva chiesto di illustrare un nostro sogno per il futuro e così avevo fatto, come tutti i miei compagni». Erano tutti figli di famiglie del paese, sognavano di diventare insegnanti (soprattutto le bambine), latifondisti, veterinari, poliziotti, elettricisti e addirittura, piloti nelle gare di automobilismo.

Miranda era molto più pratica: sognava di lavorare come colf in una famiglia. Nel tema aveva scritto: «Devo essere educata e gentile e se lavoro bene mi danno i soldi che mi merito».

Per raccontarsi ieri ha scelto di sedersi nella panchina rossa della piazza di Perdaxius, quella che è stata dedicata alle donne: «Avevo quasi dimenticato quell’intervista che per qualche giorno mi rese stranamente “famosa” in paese, anche se io non capivo il perché. Ma a quanto pare ero una bambina molto pratica – ammette mentre legge il vecchio articolo – oggi i tempi sono cambiati, ma allora per una ragazza del Basso Sulcis non era facile costruirsi un futuro e rendersi autonoma. Era già complicato uscire di casa, io ero piccola ma lo sapevo bene. Prendere servizio nelle case di chi poteva permettersi una colf era una garanzia di poter guadagnare e non dipendere da nessuno». Aveva solo 12 anni ma con le sue parole mostrava una grande maturità: «Non che mi piaccia fare le pulizie - aveva precisato al cronista che si era recato a Perdaxius per conoscerla e che poi l’aveva fotografata insieme alla professoressa Copez – ma io voglio essere indipendente. Voglio fare come mia zia che è venuta l’altro giorno a trovarmi ed era tutta vestita bene. Perché anche lei era povera e invece adesso fa la “serva” e ha i soldi».

L’analisi

Pratica e di poche parole la studentessa, ma anche incredibilmente ironica per la sua età: «Certo – aveva detto al giornalista .- mi sarebbe piaciuto anche fare la ballerina, ma mi basterebbe che per adesso potessi andare a scuola in pullman invece di fare ogni giorno dieci chilometri a piedi». In realtà il percorso era più breve: «Forse per me erano meno di due chilometri – dice – ma tanti bambini per arrivare puntuali a scuola dovevano farne molto di più, sia che ci fosse bel tempo sia che piovesse».

Oggi c’è lo scuolabus, «ma per i trasporti nella nostra zona si potrebbe ancora fare tanto», aggiunge Miranda che oggi è sposata, non ha mai lasciato Perdaxius ed è felicissima del lavoro da oss che ha intrapreso dopo un percorso di formazione nel quale si è applicata con impegno. «Praticamente lavoro da quando ho finito la terza media – conclude – perché la mia voglia di essere indipendente non è mai venuta meno».

Stefania Piredda

Inviata

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