Da tre anni, un'auto abbandonata (forse rubata), ha trovato dimora su un marciapiede. Ma di recente ne è comparsa un'altra: "Anche questa farà la stessa fine", dicono amareggiati gli imprenditori del Consorzio industriale di Iglesias.

Che tirano avanti, circondati da strade dissestate e aiuole cosparse di rifiuti, fra materassi, elettrodomestici e cianfrusaglie varie. I servizi? "Sempre inesistenti", denuncia Andrea Chergia, titolare di una concessionaria d'auto che ha aperto i battenti 25 anni fa: "Manca sempre l'acqua e l'illuminazione".

Mentre Paolo Atzeni (che dal 2002 lavora in una tipografia), fa spallucce: "La verità è che qui non ha mai funzionato nulla, se ci fosse l'Adsl, per un consorzio dove non ci sono mai state le fogne, sarebbe un miracolo".

Dopo 40 anni eccole, le fogne: "Lavori ultimati, manca solo l'allaccio alla rete di Abbanoa", fanno sapere alla Zir dove lavorano due dipendenti e due consulenti.

Nato negli anni Settanta, cancellato con la legge regionale del 2008, nel frattempo, alla guida del Consorzio industriale di Iglesias in liquidazione, continuano ad arrivare commissari e direttori.

Ma che fine farà? La legge di riordino delle aree industriali prevedeva che l'amministrazione comunale potesse affidarne la gestione al Consorzio industriale di Portovesme attraverso una delibera da approvare entro sessanta giorni.

Ma niente è stato fatto. Intanto - in otto anni di incertezze - la Regione ha sborsato grosse cifre per pagare i liquidatori, cui spettano anche i rimborsi per gli spostamenti. "Il mio stipendio - risponde l'attuale liquidatore Pietro Paolo Moi - era di 1100 euro al mese, ma da sei ne ricevo solo 600".
© Riproduzione riservata