È nell'ordine: donna, moglie, madre e imprenditrice, con tanto di laurea in Scienze del turismo e Dottorato di ricerca in Conservazione dei beni architettonici e ambientali.

Ma dall'anno scorso è pure sindaco di Villamassargia.

Con un curriculum vitae simile, Debora Porrà, 33 anni, una bimba di quattro, stremata da «un'inutile ricerca di soldi pubblici per aprire un asilo nido comunale», proprio non ci è riuscita a stare in silenzio. Così, mentre mezza Italia insorgeva contro il Governo per gli spot del "Fertility Day", la campagna di comunicazione lanciata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin per invogliare gli italiani a fare figli prima che sia troppo tardi, ha preso carta e penna e le ha scritto una lunga lettera, sanguigna ma garbata, per dirle in sostanza che «il popolo non ha bisogno di slogan, pure mal concepiti oltre che offensivi nei riguardi delle donne, bensì di una politica di sostegno alle famiglie».

«I soldi utilizzati per le campagne di comunicazione andrebbero usati diversamente», spiega Porrà: «Ma soprattutto bisognerebbe sostenere le amministrazioni per garantire servizi che possano essere d'aiuto alle coppie che lavorano e che hanno la necessità di portare i loro bimbi in un asilo che non sia distante chilometri dalla loro casa».

Questo era e continua a esserlo, uno dei sogni da realizzare durante il suo mandato: «Invece mi sono vista sbattere mille porte in faccia. Dopo un anno di ricerche in lungo e in largo, ho appurato che non esistono risorse statali né regionali per finanziare opere e gestione dell'asilo. Vorremmo allestirlo al primo piano della scuola Maxia, il Comune potrebbe utilizzare risorse di bilancio per l'adeguamento, servono circa 100 mila euro, ma i costi di gestione ammontano a 60 mila, calcolati su un bacino di utenza di 30 bambini». Post scriptum: ogni anno in paese, da dieci, ne nascono venti: «Qui i figli si fanno, ma ricordiamoci che il problema della natalità è legata soprattutto all'assenza di posti di lavoro o alla loro precarietà».
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