Dal Sulcis Iglesiente parte la rivolta contro i ritardi nell'erogazione dei fondi europei a sostegno del settore agricolo.

A lanciare l'allarme sono gli iscritti al Caa Unsic Carbonia Iglesias, centro di assistenza all'agricoltura - cui fanno capo 150 aziende di grosse dimensioni - alle prese già con i problemi legati alla siccità, che ha mortificato i pascoli, e al crollo del prezzo del latte, precipitato a 60 centesimi al litro.

A flagellare il settore ovicaprino sono anche i ritardi nel pagamento dei cosiddetti "premi" comunitari, fondi stanziati dall'Unione europea a sostegno della produzione agricola.

Alle aziende dell'Iglesiente mancherebbero risorse per circa 1 milione e mezzo di euro: cifra che si raggiunge sommando parte dell'annualità 2015 (per alcune aziende) e tutta quella del 2016.

Andrea Soru - presidente del Caa Unsic - parla di "situazione da allarme rosso. Le aziende, in un'annata catastrofica come l'attuale, sono più che mai costrette a sostenere costi elevatissimi - aggiunge Soru - in primo luogo per l'acquisto dei mangimi, visto che la siccità ha devastato i pascoli e gli animali devono pur mangiare".

I fondi europei in questione sono veicolati attraverso 2 organismi di controllo: Argea, agenzia regionale per la gestione e l'erogazione degli aiuti; e l'Agea, agenzia governativa da cui dipendono i pagamenti.

A finire sotto accusa è proprio l'organismo governativo che "al ritardo quasi fisiologico ha sommato quello dovuto al cattivo funzionamento dei programmi di istruttoria delle pratiche. Il che causa difficoltà anche all'agenzia regionale. Vogliamo che da questo territorio, già provato dalla crisi, parta il grido d'allarme in modo tale che si sblocchino i pagamenti".
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