«Sono uscita fuori a gettare un secchio d'acqua e poi ho sentito il vuoto». Maria Bonaria Piras, casalinga di 41 anni, ha superato la prima notte successiva alle sei ore e mezza di intervento chirurgico durante il quale l'équipe del chirurgo Fausto Zamboni le ha tolto dall'addome le tre frecce di metallo che l'avevano trapassata sabato pomeriggio a Sestu dopo essere precipitata dal balcone di una villetta di via Giulio Cesare.

Al marito e alle sorelle che sono andate a visitarla nonostante si trovi nel reparto di terapia intensiva della Chirurgia generale del Brotzu, settimo piano, la donna ha detto di essersi affacciata per svuotare un secchio d'acqua e di essersi sentita mancare l'appoggio sotto i piedi. Bonaria Piras sembra andasse ad aiutare qualche famiglia nelle faccende domestiche dopo il licenziamento del marito, arrivato qualche giorno prima.

MIRACOLO Sarà necessario attendere ancora quarantotto ore per conoscere la prognosi definitiva, ma la 41enne già si sente miracolata: i tre dardi di metallo della ringhiera su cui è caduta di schiena non le hanno toccato organi vitali o lesionato le arterie e la spina dorsale. «È stato un miracolo», sospira il marito Giacomo Zedda che ieri, come il giorno prima, non si è mosso dall'ospedale: «Mi ha detto che ha sentito come se una mano la girasse, ma non possiamo ancora essere tranquilli. Anche i medici, che si dicono ottimisti, hanno confermato che bisogna aspettare un po'. Mi sento in colpa. Era in ansia per me perché mi hanno licenziato e voleva a tutti i costi andare anche lei a lavorare. Me lo ha detto anche sabato mattina, mentre io sono andato a fare un po' di spesa».

LE VISITE In ospedale è arrivata anche Giulia Piras (una delle tredici tra sorelle e fratelli della donna), mentre al maggiore dei due figli di Maria Bonaria, che ha solo quattro anni, non è stato detto nulla. Assieme al fratellino stanno ora con una delle zie. «Ha dolori molto forti», conferma la sorella, «ma già il fatto di poterle parlare è una gioia. Ora incrociamo le dita, ma sembra che ci sia stato un vero miracolo». Ieri all'ora di pranzo è andata a trovarla anche la trentaseienne padrona di casa della villetta in cui è avvenuto l'incidente.

L'INCHIESTA Nel frattempo in via Giulio Cesare proseguono le indagini sull'incidente, coordinate dal sostituto procuratore Daniele Caria e affidate agli uomini della polizia locale. Al momento non risultano indagati, ma incaricati di ricomporre tutti i tasselli sono l'ufficiale Antonello Desogus e il comandante della municipale Pierluigi Deiana. Già da sabato sera una parte del piccolo balcone è stata messa sotto sequestro, mentre ieri mattina gli agenti sono tornati al Brotzu per prendere in consegna anche le tre aste di ferro acuminate che i medici e i vigili del fuoco hanno estratto dal corpo della donna.

LA RINGHIERA È stata fotografata anche la recinzione metallica dell'abitazione, realizzate con una sfilza di punte simili a delle lance. Per salvare Maria Bonaria Piras, caduta su tre di queste, i soccorritori hanno dovuto tagliare con le cesoie idrauliche una parte della recinzione e poi trasportare la ferita in ospedale coi dardi ancora conficcati nella schiena. Una volta in sala operatoria, il lungo lavoro dell'équipe medica di Chirurgia ha cercato di tamponare le lesioni, sfilando una alla volta le lance. Ora bisognerà chiarire definitivamente la dinamica, ma l'ipotesi più accreditata è quella di un cedimento di una parte del parapetto in ferro battuto del balcone.

FRANCESCO PINNA
© Riproduzione riservata