Il primo giorno di scuola è ormai alle porte ma le nuove regole sul Green pass preoccupano docenti, personale Ata e genitori. 

Secondo l’ultimo decreto approvato in cdm, chiunque metta piede in un istituto dovrà esibire il certificato verde, dunque vaccino o tampone negativo, anche i genitori che accompagnano magari i più piccoli.

Ai ragazzi di medie e superiori il pass non è richiesto, nemmeno ai diciottenni, mentre all'Università devono averlo anche loro. Obbligo anche per i dipendenti delle ditte esterne che si occupano di mense, pulizie e manutenzioni, con i controlli a carico dei datori di lavoro. E’ l’unico modo, spiegano dal governo, di evitare che un contagio paralizzi intere classi e si torni alla temuta didattica a distanza, che non piace a nessuno.

Massimo Depau, presidente del ramo sardo dell'Anp (Associazione nazionale presidi), sorride: "Da quando c'è la pandemia, i genitori devono lasciare i propri bimbi o ragazzi all'ingresso sulla strada: non possono entrare”. Dirigente scolastico dell'istituto tecnico professionale di Macomer (due sedi più l'azienda agraria), Depau non condivide le preoccupazioni nemmeno sui controlli all'ingresso, che secondo numerosi dirigenti “saranno lenti e causeranno assembramenti”, anche se il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, assicura che questo non avverrà.

LA NUOVA PIATTAFORMA – Tutto è demandato alla piattaforma Sidi, che a quanto pare fornirà i nominativi di chi ogni giorno potrà entrare e chi no tra il personale. Una modalità che presumibilmente costringerà preside o delegato a iniziare a lavorare molto prima del proprio orario.

"Se il problema è questo – commenta Monica Ruggiu, dirigente scolastica del liceo classico Dettori di Cagliari – la piattaforma Sidi potrebbe fornire a fine mattinata la situazione dei Green pass del personale di ogni scuola prevista per la mattina seguente. Poi, se un dipendente si sottopone al tampone nel pomeriggio, l'indomani all'ingresso chiederà il controllo sull'app C-19. Inoltre, il dirigente scolastico può collegarsi al sistema prima degli ingressi e fornire al suo delegato al controllo i nomi di chi, quel giorno, non può entrare nella scuola: li leggerà su Sidi”.

"L'importante è che non si scaglioni fra le 8 e le 10 l'ingresso degli studenti – continua il presidente dell'Anp sarda, Depau – Non ci sono i mezzi pubblici per quegli orari, non si può costringere un ragazzo di Bitti ad attendere due ore buttato per strada a Nuoro di poter entrare nell'istituto”. 

LE REAZIONI – Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi continua a difendere la misura "perché vogliamo che chiunque entri in una scuola possa essere sicuro. Vogliamo mettere in sicurezza tutte le nostre scuole, i nostri ragazzi, i nostri figli". Ma il presidente nazionale di Anp, Antonello Giannelli, è perplesso: "Capisco l'esigenza di rendere obbligatorio il pass ai genitori" che accompagnano i figli a scuola ma questo creerà "un enorme problema. Per i controlli ci saranno code all'esterno o all'interno degli istituti con il rischio di creare assembramenti".

Anche i sindacati non sono convinti: "Il governo ha scaricato la responsabilità sulle scuole mentre doveva procedere all'obbligo vaccinale. Bisogna non avere idea di come funzionano le scuole per pensare di attuare il Green pass a questo contesto", dice Francesco Sinopoli della Flc Cgil. Anief annuncia un ricorso e uno sciopero il primo giorno di scuola in 10 regioni, per lo Snals l'estensione del Green pass comporta nuovi impegni sulle spalle dei presidi, già gravati da graduatorie sbagliate, mancanza di aule e di personale. "Quello che non si vuole comprendere è che le misure per la scuola non possono essere quelle usate per una pizzeria", lamenta Pino Turi, segretario della Uil Scuola.

(Unioneonline)

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