In Sardegna gli studenti torneranno in classe il 14 settembre ma alcuni istituti, come stabilito dal collegio docenti, apriranno le aule in anticipo.

E il suono della campanella coincide con i problemi di sempre: una cinquantina di dirigenti scolastici, gli ex presidi, si dovranno sdoppiare in due istituti. "Dovrebbe intervenire la Regione con l'adozione di parametri adattati anche alla differente densità demografica delle aree della Sardegna - spiega Massimo Depau, presidente regionale dell'Associazione Presidi -. Riconosco che non sarebbe facile, ma questa è l'unica soluzione: dimensionamento e offerta formativa non dipendono dai presidi, ma proprio dalla Regione".

E in attesa che si chiudano i concorsi, si dovrà fare ricorso a circa 2mila supplenti.

"Non funziona il reclutamento: è caotico. Si entra in ruolo con sette diverse procedure concorsuali - aggiunge Andrea De Giorgi (Cobas) -. Dalla regia non si riesce a gestire minimamente la situazione. Si crea un corto circuito tra le nomine a tempo determinato e indeterminato con le scuole che cambieranno docenti e quindi non sarà garantita spesso la continuità didattica. L'algoritmo che dovrebbe risolvere tutto al volo non funziona: ci sono errori su errori. Le macchine generano troppe situazioni anomale che poi devono essere corrette anche manualmente dalle scuole".

E problemi ci sono anche per il sostegno agli alunni disabili: il numero dei docenti abilitati è sempre inferiore alle necessità e, da subito, comincerà la chiamata dalle altre classi di concorso e graduatorie. Verrà pescato in primis chi ha già avuto esperienze in classe in questo delicato ruolo.

Rinforzato con circa settemila assunzioni l'organico degli Ata.

Gli studenti che entreranno in aula saranno circa 196mila. I docenti, compresi quelli di sostegno, quasi 25mila. "Ci sono state nuove immissioni – dice ancora Depau - ma non sono sufficienti. Ci sono molti precari soprattutto negli istituti tecnici e professionali: nei primi giorni sarà complicato anche stabilire l'orario delle lezioni".

Studenti e docenti potranno entrare a scuola senza mascherina, anche se non sarà vietato indossare dispositivi di protezione individuale. Non ci sarà più l'obbligo di misurare la febbre. A casa i positivi, ma per loro non è prevista la Dad. Si potrà anche andare a scuola con sintomi influenzali. Ma in questo caso si dovrà utilizzare la mascherina.

(Unioneonline/s.s.)

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