«La riproposizione della Sardegna come sede di deposito di rifiuti nucleari è un attacco frontale che la Regione e l’intero popolo sardo non sono disposti ad accettare. La Sardegna si è espressa già con un no che non poteva lasciare spazio a dubbi».

Parla il presidente Christian Solinas in seguito alla pubblicazione – effettuata dal governo – delle aree idonee per il deposito delle scorie nucleari (QUI LA NOTIZIA). «Reagiremo senza indugio o tentennamenti, con ogni strumento democratico a disposizione», continua il governatore che prenderà «immediati contatti con i vertici del Governo» per accertarsi che «la leale collaborazione fra istituzioni e la correttezza dei rapporti fra Stato e Regione non sia stata compromessa».

TODDE

Un coro di no si leva nell’Isola alla pubblicazione della mappa delle aree idonee. La Sardegna come «la discarica dell’Italia», tuona Alessandra Todde, candidata del Campo largo per la presidenza della Regione. Gli otto siti dell’Isola sono «tutti limitrofi», specifica Todde, «all’altopiano della Giara di Gesturi che non costituisce solo un rilevantissimo patrimonio ambientale, floristico e faunistico, ma è anche stata inserita tra i siti di interesse comunitario nel 1995».

La scelta del Governo, sottolinea la deputata, troverebbe una forte opposizione anche nel referendum del 2011, «quando il 97,13% dei sardi ha bocciato la possibilità di ospitare impianti nucleari o siti per lo stoccaggio delle loro scorie radioattive. Il governo Meloni», aggiunge, «noncurante del referendum e forse compiacente con questa giunta regionale che sta “gestendo” la Sardegna da 5 anni, ha deciso che la nostra isola potrebbe invece diventare a breve luogo idoneo in cui depositare le scorie radioattive d’Italia». La protesta non sembra fermarsi qui: «La Sardegna», chiude Todde, «non è una regione di serie B, e non sarà mai la pattumiera d’Italia. Diciamolo e gridiamolo con forza. Una volta per tutte».

IL PARTITO DEMOCRATITO

Dario Comandini, Pd: «ll Governo di Giorgia Meloni fregandosene della volontà dei sardi, che attraverso un referendum dove oltre il 97 per cento della popolazione ha detto no allo stoccaggio di scorie nucleari nella nostra isola, ha individuato in Sardegna 8 siti idonei, secondo lei, a smaltire rifiuti radioattivi. Ci opporremo, è l’ennesimo atto di sfregio alla nostra autonomia, la destra al governo vede la Sardegna come una terra da colonizzare e da utilizzare come servitù per i propri interessi».

Le parole del deputato dem Silvio Lai: «I sardi potranno ringraziare il governo regionale e nazionale per il regalo di Natale che sta per arrivare», commenta. «Non sappiamo quali siano stati i criteri di selezione. Certamente la Sardegna ha detto no con tutti i suoi comuni ad ospitare il sito preferendo l’inserimento alternativo dell’Einstein Telescope. Da una parte il Governo dice di sostenere l’infrastruttura scientifica», aggiunge Lai, «dall’altra lascia i siti sardi nelle zone idonee in un evidente contrasto tra le due attività. Il Governo sembra in totale confusione con l’isola: fa una cosa con la mano destra e una diversa e opposta con la mano sinistra. Cosa ha da dire Solinas e la sua Giunta? E i parlamentari di maggioranza diranno che non sapevano? O avranno la forza di dire che si opporranno alle indicazioni del Governo?».

CAPPELLACCI

Dura opposizione al progetto anche dal deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci: «Eravamo, siamo e sempre saremo contrari alla realizzazione in Sardegna di un deposito di scorie nucleari. La Sardegna», ricorda Cappellacci, che da governatore aveva indetto il referendum, «si è già pronunciata e nessuno osi violare la volontà di un popolo espressa democraticamente. Spiace», aggiunge, «che qualcuno oggi faccia dei proclami divisivi, perfino chi ha avuto recentemente ruoli chiave nei precedenti governi nazionali mentre l’iter andava avanti e mai ha sfiorato l’argomento. Lo spirito autonomista non si accende e si spegne a seconda delle maggioranze romane. Si porta avanti sempre e con coerenza».

I ROSSO-VERDI

Alle varie reazioni, si è aggiunta anche quella della consigliera regionale di Alleanza Rosso Verde Laura Caddeo: «Nella primavera del 2022», spiega, «il presidente Solinas ribadì il no categorico, definitivo e irrevocabile – parole sue - ad ogni ipotesi di utilizzo del territorio sardo per il deposito di rifiuti nucleari. Ci opporremo con ogni mezzo, ribadì il Presidente nei confronti dell’allora governo “nemico” presieduto da Mario Draghi. Oggi che a Palazzo Chigi siede la forse amica Giorgia Meloni, dalla quale dipende anche la sua ricandidatura per il 2024, potremo testare l’effettiva fermezza di Solinas a difesa della nostra isola». Poi commenta: «Su un punto mi sento però di essere d’accordo una volta tanto con la linea espressa dal presidente della giunta regionale: abbiamo già dato, stiamo già dando. La Sardegna fornisce già un enorme contributo allo Stato con le servitù militari, la nostra condizione di insularità non può diventare ancora una volta il pretesto per un’ulteriore penalizzazione del territorio sardo».

«No grazie, le scorie nucleari non le vogliamo nella nostra isola. Dopo l'inerzia e i disastri di questi anni il presidente della Giunta sardo-leghista Solinas non esponga la nostra terra per i depositi delle scorie. Ci aspettiamo serietà e lealtà verso il popolo sardo», le parole della deputata di Avs Francesca Ghirra.

RENATO SORU

Di avviso simile l’altro candidato alle Regionali 2024, Renato Soru: «La Sardegna sta faticosamente cercando una sua possibilità di crescita e di sviluppo duraturo e sostenibile. Il deposito delle scorie nucleari», sottolinea, «non è compatibile con i nostri interessi e con la nostra idea di futuro. Non è compatibile con il nostro desiderio di promuovere un’agricoltura sana e di qualità, benessere ambientale, qualità della vita, turismo ambientale e culturale. Il nostro no alle scorie è un tema non negoziabile, definitivo, per il quale varrà la pena lottare tutto insieme. La Sardegna ha già dato. In Sardegna non c’è posto per nuove servitù, non c’è posto per le scorie nucleari provenienti dalla penisola. Né ora né mai».

MOVIMENTO 5 STELLE

Contrario anche il M5s: «Ancora una volta, nel totale silenzio della Regione, la Sardegna viene individuata come discarica d'Italia», dichiara il capogruppo in Consiglio regionale Alessandro Solinas. Il pentastellato definisce «gravissima» la decisione del Governo  e ricorda che «il 7 gennaio 2021 il Consiglio regionale approvò un odg che ribadisce il no dei sardi e impegna il presidente Solinas e la Giunta ad intraprendere ogni iniziativa utile a supporto della posizione espressa».

«Apprendiamo con profondo rammarico – conclude - che gli impegni presi sono stati nuovamente disattesi dal Governo regionale che, in questi cinque anni, non ha mosso un dito per impedire che la Sardegna diventi la pattumiera d'Italia».

I SINDACI

Un coro di no cui si unisce anche l’Anci Sardegna che, ricorda, già nel 2021 aveva deliberato all’unanimità l’opposizione a un deposito di scorie nell’Isola. «Per una volta tutte le istituzioni sarde si sono dimostrate unite in questa battaglia. Occorre mantenere l'unità, tenere alta la vigilanza e la mobilitazione delle comunità, ribadire il no convinto delle istituzioni autonomistiche sarde», si legge in una nota a firma di Alberto Urpi, presidente del consiglio regionale di Anci, ed Emiliano Deiana, presidente Anci Sardegna..

«La Sardegna, a partire da quelle militari, ha già dato in termini di servitù che anzi devono esser ridotte e non aumentate», continua Anci, che «supporterà i Comuni e le comunità interessate».

(Unioneonline)

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