Nel fascicolo processuale manca solo il duplice certificato d’identità. Per il resto il dilemma sul doppio volto di Mario Draghi sull’invasione eolica della Sardegna è scandito passo dopo passo, con tanto di prove e documenti. Lo scontro tra Regione Sarda e Governo in tema di agguato eolico all’Isola approda al Tar Sardegna quando il nuovo anno non è ancora iniziato e il vecchio sta per finire. È il 29 dicembre scorso quando Mattia Pani, Avvocato Generale della Regione, con i colleghi Giovanni Parisi e Andrea Secchi, depositano il ricorso numero 3 del 2023. Il primo dell’anno per la pattuglia legale di viale Trento. Il contendere non è roba da poco: nel mirino della Regione c’è un provvedimento pesante come un macigno.

Sotto accusa

A finire sotto accusa è il decreto con il quale il Premier Mario Draghi, dopo un deliberato collegiale del Consiglio dei Ministri, ha autorizzato la devastazione eolica di Punta Gomoretta, sui monti di Bitti, proprio sopra il più grande progetto scientifico mai messo in campo nel Mediterraneo, l’Einstein Telescope. Una partita controversa e ambigua, dove il governo e il suo presidente hanno giocato due parti in commedia. Da una parte sostenitori della “Ginevra della Barbagia”, con una dichiarazione esplicita e messa per iscritto a favore dell’interferometro più grande d’Europa per misurare, nel silenzio cosmico delle profondità della Miniera di Sos Enattos a Lula, le onde gravitazionali di Albert Einstein e dall’altra sostenitori espliciti del devastante progetto per realizzare proprio sopra il Telescope un gigantesco parco eolico proposto dalla società spagnola Gamesa. Due progetti non solo contrastanti l’uno con l’altro, ma concettualmente opposti nella strategia di sviluppo di una delle terre più antiche dell’Universo. Il ricorso della Regione si appella ancora una volta al Tar Sardegna nel tentativo di fermare non solo l’ennesimo assalto alle vette della Barbagia, ma soprattutto di non far morire per sempre il sogno-progetto di realizzare in quell’area il più grande campus scientifico spaziale mai progettato in Europa.

Giurisprudenza sarda

Gli atti processuali, come da prassi, sono blindati, ma è certo che il perno dell’azione legale della Regione non può prescindere dalle posizioni forti e chiare assunte proprio dal Tar Sardegna. I Giudici di Piazza del Carmine, sede del Tar Sardegna, non solo stanno dettando la giurisprudenza in materia in ambito regionale, ma, con le conferme venute dallo stesso Consiglio di Stato, stanno scrivendo pietre miliari del diritto paesaggistico e ambientale in terra sarda.

Chi è Mario Draghi?

Non una causa come tutte le altre. Questa volta c’è di più di un atto formale del Governo, già di per sé contraddittorio rispetto alle norme ambientali e paesaggistiche, statutarie e costituzionali. In ballo vi è soprattutto un dilemma sostanziale sulla vicenda: chi è veramente Mario Draghi? Un quesito che si intravvede sistematicamente nel filo logico della difesa regionale che da una parte cita la lettera formale, su carta intestata di Palazzo Chigi, firmata dal Presidente del Consiglio, il Mario Draghi del 27 settembre 2022, con la quale dichiara il pieno e totale sostegno all’Einstein Telescope, e dall’altra il Mario Draghi del 10 ottobre che, invece, sottopone al Governo l’approvazione, questa volta collegiale, della centrale eolica nei monti di Bitti, posizionata proprio sopra l’interferometro spaziale. Una sorta di “Giano bifronte” capace di sostenere prima una tesi e pochi giorni dopo l’esatto contrario. Tutto il mondo scientifico nazionale e internazionale del resto si era sperticato per far comprendere che quelle pale eoliche, piazzate proprio sopra l’area della miniera di Lula, inquinerebbero irrimediabilmente il silenzio cosmico indispensabile per intercettare le onde gravitazionali. Significherebbe in pratica cancellare il rilevantissimo vantaggio competitivo con l’Euroregione, l’area concorrente a cavallo tra Olanda, Belgio e Germania, in gara per l’assegnazione del progetto cosmico.

Lettera d’amore

La questione è delicata: la lettera di Mario Draghi, infatti, inviata al mondo scientifico, ha il valore di una lettera d’amore, che non comporta effetti giuridici, il deliberato del Consiglio dei Ministri, invece, ha effetti legali dirompenti visto che autorizza con un atto collegiale e, dunque, gerarchicamente superiore alla lettera d’amore, la realizzazione del Parco eolico sui monti di Bitti. A questa contraddittorietà rilevante sul piano sostanziale si aggiunge una questione grave e dirimente: il Tar Sardegna ha già fatto rilevare, con l’eleganza del diritto e la franchezza del processo, nella sentenza sulla centrale eolica a ridosso della Basilica di Saccargia, che non sempre emerge l’interesse pubblico nell’approvazione di questi progetti così devastanti per l’ambiente e il paesaggio.

Lo sbarco spagnolo

E in questo caso, ancora una volta, siamo dinanzi ad un progetto totalmente straniero, nella fattispecie spagnolo, in capo al colosso Gamesa. Le parole del comunicato di Palazzo Chigi per l’approvazione dell’impianto eolico denominato “Gomoretta”, da realizzarsi in agro dei Comuni di Bitti, Orune e Buddusò erano state disarmanti: a norma dell’articolo 7 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, le deliberazioni adottate sostituiscono a ogni effetto il provvedimento di valutazione d’impatto ambientale. Una sorta di manu militari calata su un progetto che la stessa commissione di valutazione d’impatto ambientale aveva cassato senza appello: «dalle fotosimulazioni si evince che da diversi punti di osservazione la percezione degli aerogeneratori è tale da alterare le caratteristiche paesaggistiche». Il verdetto della commissione ministeriale era stato durissimo: «Tutto quanto sopra visto, rilevato, considerato e valutato la Commissione Tecnica per la Verifica dell’Impatto Ambientale - Via e Vas esprime parere negativo sulla valutazione di impatto ambientale del progetto».

Golpe eolico

Draghi, invece, con lo sfratto da Palazzo Chigi già notificato, ad appena 15 giorni dalle elezioni del 25 ottobre, decide il “golpe eolico” approvando il progetto di Bitti, ignorando, o svilendo, del tutto il sostegno all’Einstein Telescope. Spetterà ancora una volta ai Giudici del Tar decidere il futuro di quell’area. Da una parte un progetto scientifico capace di cambiare le sorti economiche e culturali della Sardegna e dall’altra gli interessi multinazionali degli spagnoli della Gamesa che, tra i nidi dell’aquila reale e le vette di Bitti, vorrebbero conficcare 13 aerogeneratori alti più 200 metri, tra Bitti e Orune. Uno sfregio alla Sardegna e non solo. 

Enigma Meloni

I Giudici amministrativi, intanto, ieri mattina, hanno già fissato la Camera di Consiglio per la richiesta di sospensiva cautelare del decreto avanzata dalla Regione: il 25 gennaio l’udienza. C’è un’ultima annotazione, non di poco conto: se il Governo Meloni deciderà di costituirsi in difesa del decreto Draghi, contro la Regione sarda, il messaggio politico per l’Isola sarà forte e inequivocabile.

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