Nel 2011 ci saranno per tutto il mondo accademico un miliardo e 300 milioni di euro in meno a fronte di una spesa di sette miliardi, necessari solo per gli stipendi di docenti e personale. E' il dato allarmante emerso oggi a Sassari nel corso degli Stati generali dell'Università. Cifre ancora più preoccupanti in Sardegna se si considera che nell'Isola solo sette persone su 100 sono in possesso di una laurea. Docenti, ricercatori e studenti, si sono ritrovati nell'Aula Magna dell'ateneo sassarese per fare il punto sullo stato di salute del mondo accademico. Moderatori del dibattito sono stati i ricercatori dell'Università di Sassari Alberto Alberti e Bianca Biagi. Quest'ultima ha spiegato le ragioni della protesta. Secondo il Consiglio universitario nazionale, i tagli potrebbero portare il sistema al collasso. "La riforma blocca gli stipendi dei ricercatori dal 2011 al 2014 - ha spiegato Biagi - gli scatti di anzianità diventeranno triennali anziché biennali e il ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato sarà messo ad esaurimento. Sarà possibile reclutare i ricercatori per un massimo di otto anni al termine dei quali, in mancanza di risorse finanziarie, non sarà più possibile prolungare i contratti". "Nessuno riuscirà a convincermi del fatto che l'Università si riformi con i tagli - ha detto il rettore Attilio Mastino - la riforma Gelmini non affronta il tema della didattica, se non per sopprimere facoltà".
© Riproduzione riservata