Si è tenuta ieri al Trinity College di Hartford, nel Connecticut, una conferenza su Alghero e la lingua catalana.

Nella cittadina sarda i primi catalani sono sbarcati nel XIV secolo: il re Pietro IV, dopo aver espulso molti cittadini locali in seguito ad una rivolta, popolò Alghero con molti catalani, la maggior parte dei quali erano carcerati e prostitute.

Per questo nel paese del Sassarese un quarto dei circa 43mila abitanti parla il catalano come lingua principale.

Nella presentazione della conferenza, Alghero viene definita un "miracolo linguistico", un "tesoro nascosto della lingua catalana in Italia".

Il relatore, Joan-Elies Adell, è uno dei più importanti poeti valenciani contemporanei, oltre che filologo e saggista.

Ad Alghero è conosciuto per il suo impegno ne l'Espai Llull (la Representaciò de la Generalitat de Catalunya a l'Alguer), e perché ha curato un'antologia di poesie algheresi del periodo 1945-2013.

Forte il suo impegno anche per la sopravvivenza della lingua catalana in città, in un'intervista ha paragonato la Sardegna alla Catalogna: "Due situazioni linguistiche molto simili - ha detto - credo che serva più coraggio, maggiore orgoglio e fierezza nei confronti dell’immenso patrimonio linguistico e culturale sardo".

Nella conferenza di ieri si è sottolineata la necessità di tenere vivo questo "piccolo miracolo linguistico" e di difenderlo dall'omogeneizzazione linguistica e culturale "imposta" dagli Stati, che ha finito per "oscurare la straordinaria diversità linguistica e la costante interattività culturale del Mediterraneo".
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