"Voglio precisare che si tratterebbe di Revenge Porn a tutti gli effetti, ma la norma non è retroattiva, vale dal momento in cui è stata emanata, cioè lo scorso anno. Quindi i reati avvenuti prima vengono trattati con la normativa vigente al momento del reato, non con quella attuale del processo, e nel nostro caso, appunto, si tratta di pura e semplice diffamazione, in pratica. Il danno oltre la beffa".

Lo ha scritto nel suo blog personale, Manuela Deriu, la sorella di Michela, la ragazza di 22 anni morta suicida il 5 novembre di tre anni fa a casa di un'amica a La Maddalena.

Uno sfogo dopo il procedimento penale, iniziato ieri con la richiesta del pm che esclude sia dimostrabile un nesso di causalità tra la diffusione del video e il suicidio della ragazza.

Nel blog chiamato "Misa", lo stesso nomignolo utilizzato da Michela nella sua pagina personale di Facebook, un messaggio contro chi riempie le bacheche dei social per giudicare e dire "bastava non fare la vittima. Peggio per te".

E sul video hard "messo in piazza" un commento duro: "Io so il peso che ha avuto. Così come so il pensiero di tanti e infatti, ancora, si vedono commenti della serie: 'dopotutto si è fatta riprendere lei'.

"E sappiate, cari benpensanti dal commento veloce, - si legge nel post - che anche voi siete colpevoli. Anche voi avete la vostra parte con il vostro peggio per lei". E ancora scrive Manuela nel post: "Nella nostra pseudo, finta libera società evoluta, vegana, etica e tecnologica, è sempre colpa della vittima".
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