Cento chilometri di costa liberati dai materiali portati dal mare durante l’anno sui fondali e sulle spiagge dell’isola dell’Asinara. Prosegue l’operazione “Spazzamare” effettuata con l’ausilio del battello e di alcune imbarcazioni, con l’obiettivo di ripulire lo specchio acqueo dai rifiuti inquinanti. Anche per l’annualità 2024, l'Area marina protetta del Parco nazionale dell’Asinara continua l’attività di recupero della plastica dalle coste. Gli interventi sono sostenuti e finanziati a livello nazionale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Quest’anno particolarmente intensa si è mostrata la pulizia dell’isola Piana, per la prima volta inclusa all’interno del progetto.

Il materiale recuperato e portato a discarica ad oggi è di oltre 40 metri cubi di volume solamente di plastica. L’attività è coordinata dall’ufficio mare dell’Ente Parco e vede la collaborazione di due unità qualificate e opportunamente formate che vengono contrattualizzate annualmente per svolgere il servizio. L’intervento si estende su tutta la costa dell’isola dove spesso vengono recuperati attrezzi da pesca abbandonati in mare. Il battello viene utilizzato anche a supporto delle attività di rimozione dei rifiuti marini spiaggiati previste da alcuni progetti comunitari “Life” e Po Marittimo” dei quali beneficia l’Ente Parco. Durante le mareggiate invernali le coste dell’isola dell’Asinara e della Sardegna nord-occidentale, in particolare l’interno delle piccole cale, divengono luoghi di deposito naturale dei rifiuti galleggianti, che vengono trasportati dalle correnti e provengono da siti anche molto lontani come le coste spagnole e francesi. «Si ricorda che la presenza di materiale plastico nel mare è una delle maggiori cause di mortalità delle specie pelagiche come le tartarughe marine», osserva il direttore del Parco, Vittorio Gazala «la maggior parte dei recuperi effettuati all’Asinara, pari all’80% degli animali ricoverati, avvengono a causa dell'ingestione di materiale plastico».

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