Sassari, Rizzeddu-Monserrato un quartiere diviso e in cerca di rinascita
Ad accomunare le due parti la preoccupazione per il crescente disagio giovanilePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Situato alle porte di Sassari, il quartiere Rizzeddu-Monserrato si presenta come un’area divisa a metà, caratterizzata da criticità e progetti di miglioramento in corso. La zona, che ospita circa 12.000 persone, riflette una realtà di forte disparità: da un lato, Monserrato, quartiere più abbiente e verdeggiante, dall’altro, Rizzeddu, definito “popolare” e più degradato.
Il Comitato di quartiere, insediatosi recentemente, ha evidenziato un aspetto che accomuna le due parti: la preoccupazione per il crescente disagio giovanile.
«Purtroppo ci sono troppi giovani che hanno abbandonato la scuola e che bivaccano tra alcol e droga», riferisce il presidente Giovanni Coroforo. Questa problematica riguarda una minoranza rispetto alla popolazione complessiva, che invece sta invecchiando: in continuità con altre zone di Sassari, anche qui cresce il numero di anziani e di persone mature, spesso senza un punto di riferimento per le attività sociali o di volontariato.
Da tre anni, l’Auser è chiusa, privando gli anziani e i volontari di un punto di aggregazione fondamentale, in un quartiere dove la povertà è ancora molto presente.
L’età media in aumento impone alle amministrazioni comunali di rivedere la viabilità pedonale: «Servono attraversamenti in via Budapest e in altre strade – dichiara Armando Canu, che segue questa tematica per il Comitato – le barriere architettoniche sono troppe». La giunta ha annunciato interventi specifici per migliorare questa situazione, anche grazie al dialogo avviato con i cittadini.
Un’altra differenza tra Rizzeddu e Monserrato riguarda la presenza di spazi verdi: Monserrato si distingue per alberi e giardini, mentre Rizzeddu si presenta con un’area dominata dall’asfalto. Per questo, il Comitato propone di creare un’“agorà” nello slargo di via Fondazione Rockefeller, spesso teatro di discariche abusive.
«Vorremmo trasformarlo in un giardino», spiega Canu, immaginando un’oasi verde dietro la scuola e la chiesa, per contrastare l’aspetto desertico dell’area.
Enrico Pintus, vicepresidente del Comitato, aggiunge: «Stiamo pensando all’iniziativa dell’Orto di quartiere, tra via Fondazione Rockefeller e via Washington, e anche in via Parigi. Un’attività da gestire, anche per alleviare il disagio sociale e migliorare la qualità della vita».
Infine, Rizzeddu si confronta con il problema delle case comunali in via Rockefeller, le uniche tra decine di alloggi di Area ancora in condizioni di forte degrado.
«Il problema non è risolto – stigmatizza Coroforo – ci sono infiltrazioni dappertutto».
L’assestamento di bilancio appena approvato prevede un fondo specifico per la manutenzione di queste palazzine. Tuttavia, alcune di esse sono ancora transennate, e nelle vicinanze si trovano spazi privi di attrattive, spesso usati dai ragazzini di notte.
«La situazione sta diventando gravissima – conclude il presidente – e ci riporta a problemi che non si vedevano da decenni».