Assolto perché il fatto non sussiste.

Questa la sentenza emessa dal collegio presieduto dal giudice del tribunale di Sassari, Giancosimo Mura, a latere Monia Adami e Sara Pellici, nei confronti dell’imputato, 71enne di Sassari, arrestato nel 2019 con la pesante accusa di violenza a sfondo sessuale nei confronti di una minore disabile.

I giudici non hanno accolto la richiesta del pm Mario Leo e dell’avvocato  della parte civile Arianna Denule di condannare l’imputato a otto anni di reclusione. Il pensionato era apparso in aula con l’accusa di «aver abusato delle condizioni di inferiorità psichica della persona offesa e della fiducia riposta in lui dalla piccola».

La svolta con la perizia depositata dal neuropsichiatra infantile Paolo Milia,  nominato dal collegio su istanza dell’avvocato della difesa, Sabrina Falchi, che aveva chiesto il rinnovo della perizia psicologica a cui era stata sottoposta la ragazzina affetta da grave disturbo intellettivo. Nella perizia risulta che all’epoca dei fatti «erano assenti sintomi indicatori di abuso sessuale» e che «la bambina non racconta, ma risponde alle domande».

L’uomo era vicino di casa e amico della famiglia della ragazzina che spesso accudiva. La minore all’epoca dei fatti aveva solo undici anni. «Questa sentenza riabilita il mio assistito che per cinque anni ha vissuto un incubo». Secondo Milia la minore non era in grado di riferire e di interpretare la realtà. Il quadro psicopatologico, i disturbi della sfera cognitiva e il ricorso alla fantasticazione erano sufficientemente potenti da incidere significativamente sui processi rievocativi, interpretativi e sulla capacità di riferirla a terzi.  

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