Sempre in mezzo alla gente, cercando di aiutare i più deboli. Una missione pastorale e di vita.

Padre Isidoro, sassarese, 51 anni, frate francescano, ordinato sacerdote a Olbia nel 2006, ha guidato per 10 anni (più 4 da vice parroco) la parrocchia della chiesa Cappuccini di Sassari. Ora lascia.

Un normale avvicendamento nell'Ordine. Per lui si prospetterebbe un trasferimento in una parrocchia di Oristano.

Certo è che la notizia del prossimo trasferimento non è passata inosservata. Ed è notevole il dispiacere di chi l'ha conosciuto e trascorso intere serate con lui all'oratorio. O anche fatto una semplice chiacchierata. Padre Isidoro ringrazia. «Le cose davvero importanti si portano sempre appresso - spiega –  Sassari sarà sempre nel cuore. Per tutto ringrazio davvero il Signore e ogni persona che ho conosciuto in questi anni. Nella fede, ogni trasferimento non è una detrazione, una perdita, una limitazione che rattrista. Dio infatti nella logica del dono aggiunge, moltiplica sempre, non essendo avaro ma straordinariamente generoso. I sentimenti da esprimere sarebbero tanti - continua - uno fra tutti la gratitudine. Ho ricevuto amore, stima e affetto. Spesso proprio nei luoghi considerati non luoghi, dove per alcuni non sarei mai dovuto essere, ho imparato e ricevuto. I ragazzi mi hanno dato tantissimo. Sono stati loro il mio vero tesoro».

«La "mia" parrocchia – prosegue il sacerdote - è stata comunque la città ed era parrocchiano chiunque incontrassi. Luoghi di pertinenza e confini canonici, da subito, li ho avvertiti troppo stretti. Spesso incompreso - sottolinea - non ho mai ricercato i consensi, mai il plauso di tutti. Le critiche gratuite, quasi mai espresse in un dialogo diretto e sincero, mi hanno sempre reso più forte e determinato. Il vissuto, qui, è stato molto più appassionante e goliardico di quanto si possa raccontare. Non potrei non custodirlo sino all'ultimo giorno della vita. Per le mie negligenze e disattenzioni, per ogni fragilità umana che mi abbia accompagnato - conclude padre Isidoro - mi affido alla comprensione e benevolenza di chi ho conosciuto in questo tempo».

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