Chiude la Casa della Divina Provvidenza a Sassari.

L’ultimo paziente della struttura è stato portato via venerdì scorso e ora l’istituto, fondato da Padre Manzella, è vuoto. Tranne per i dieci gatti che sono rimasti dentro e adesso non hanno più nessuno che se ne curi. Perché la struttura è inaccessibile anche ai lavoratori.

«Ci sono lucchetti dappertutto e hanno cambiato le serrature - riferiscono i dipendenti - e non si può entrare per dar loro da mangiare e da bere».

I gatti erano stati adottati dalla comunità della struttura e rappresentavano per gli anziani un diversivo: «Erano una compagnia fondamentale».

È un finale triste per l’ospizio, arrivato dopo anni di traversie economiche e, infine, la dichiarazione di fallimento sancita dal tribunale a fine 2023. Poi l’incarico al curatore fallimentare e il progressivo esodo dei circa 40 ospiti, diversi dei quali sono stati trasferiti a Casa Serena, mentre altri hanno trovato ospitalità in strutture similari o a casa dei parenti.

Ma ora rimane in forse il destino dei 17 dipendenti, che di quegli anziani sono stati i custodi per anni in condizioni molte complesse.  «Non percepiamo stipendi da tre mesi - dichiarano - E ora siamo in mano all’Aspal che dovrà decidere sul licenziamento collettivo».

Il tutto nel silenzio generale dopo le attenzioni mediatiche dei mesi scorsi, come se la Casa, e i suoi abitanti, non fossero mai esistiti.  

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