L’accordo con Todde, almeno per ora, è saltato. Ma dal palco del cineteatro Astra di corso Cossiga, a Sassari, Renato Soru rilancia: «Possiamo vincere anche da soli». Nel capoluogo turritano il patron di Tiscali ha toccato i diversi punti della sua Rivoluzione Gentile, partendo da una precisazione: «Non è per motivi personali che mi candido, evitiamo banalizzazioni estreme».

Poi è tornato indietro nel tempo, sino alla sua precedente esperienza politica, ricollegandosi alla giornata internazionale contro la violenza sulle donne: «Vorrei ricordare che durante la mia legislatura abbiamo approvato la prima legge sull’istituzione dei centri anti-violenza in Italia e ancor prima che la Convenzione di Istanbul fosse approvata. Dobbiamo rendere stabili le risorse per questi centri».

Dal dal passato, dunque, al futuro che ha in mente per l’Isola: «Noi siamo qui», spiega Soru, «anche per immaginare una Sardegna nuova, non solo per l’oggi ma anche per il domani, con un’alleanza sarda forte che costruisca un progetto alimentato della passione e dalle competenze dei sardi. Realizzare un sogno che molti sardi prima di noi hanno portato avanti. Animiamo allora il dibattito dentro la società sarda».

Non è mancato, ovviamente, un passaggio sulla corsa al candidato del centrosinistra. L’ex governatore ha le idee chiare: «Quel civismo che ho portato dentro il Pd pensando di pensare a cambiare da dentro i partiti è stato uno spreco di risorse. Non c’è da ricomporre una coalizione», precisa. «C’è un campo nuovo per rimanere in Sardegna, radicarsi e aiutare le generazioni dei sardi a esprimersi al meglio e vivere felici. Rimettiamo al centro gli interessi dei sardi. Lo dico con forza anche da questo palco: possiamo vincere da soli».

Soru rilancia, ma poi smorza: «Il candidato migliore lo decideranno i sardi, su questa base possiamo sempre incontrarci. Non sarò mai io a chiudere la porta perché so bene che dobbiamo dare soluzioni e proposte nuove per il bene dei sardi». 

(Unioneonline)

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