Protesta nel cimitero di Sassari. Marcello Loi, 62 anni, oltre ai fiori ha affisso un cartello sulla transenna che gli impedisce di avvicinarsi al loculo della nonna, uno dei circa 200 del “Loculario Perrino”, nell’area monumentale, su cui vige il divieto di accesso da 40 anni. «Purtroppo - scrive rivolgendosi alla parente defunta - questo è l’unico modo possibile per posare dei fiori per te». Perché l’edificio è fatiscente e interdetto almeno dagli anni ’70 e nessuno è intervenuto nel frattempo: «Questa è una vergognosa situazione di degrado e abbandono».

Intanto la vegetazione, in particolare la parietaria, prolifera in mezzo ai loculi celando in diversi casi le iscrizioni dei defunti. «Scusami nonna Grazietta - continua Marcello - appena sarà possibile farò pulire la tua lapide, correggere l’ordine del tuo cognome e farò rimettere la cornice della foto».

Ma l’intervento dipende da enti che in questi decenni non hanno fatto nulla. «Mi sono rivolto a diversi uffici e anche alla Soprintendenza. Hanno risposto che avrebbero sollecitato i lavori». Risale al triennio 2017-19 un’articolazione finanziaria in merito della precedente giunta di 310mila euro che la Regione, riferisce il Comune, non ha mai erogato. In compenso ha stanziato 80mila euro per la manutenzione di edifici cimiteriali, compreso quello “Perrino”, anche se vista l’onerosità ci sarà pure una partecipazione della società concessionaria. Così l’appello di Marcello Loi, indirizzato anche ai familiari di chi riposa negli altri loculi, potrebbe avere finalmente una risposta. I tempi però non si conoscono e il loculario continua a rimanere inaccessibile oggi come decadi fa.

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