Un servizio di igiene urbana iniziato male ma che rischia di finire peggio. Un bilancio negativo quello tracciato dalla commissione Ambiente convocata a Porto Torres per esaminare l’appalto della nettezza urbana, troppe pecche evidenziate dalla minoranza che chiede la revoca del contratto all’azienda aggiudicataria Consorzio Ambiente2.0.

Le inadempienze erano state denunciate dal 2017, dopo appena un anno dal conferimento dell’appalto. Le sanzioni emesse dalla polizia locale sono quotidiane, come regolari sono i controlli ordinati dall’assessore all’Ambiente, Massimiliano Ledda, per verificare i disservizi. “Dal momento del mio insediamento ho visto tutte le carte e avviato un'interlocuzione formale con l'azienda per verificare se ci sono i presupposti giuridici per proseguire il rapporto contrattuale – ha sottolineato Massimo Ledda, dirigente comunale all’Ambiente -. Per quanto riguarda gli inadempienti che si stanno registrando, queste settimane stiamo emettendo dei preavvisi di sanzione che dopo cinque giorni diventano penali, quindi l’importo viene sottratto dal pagamento mensile”.

Per l’opposizione le sanzioni sarebbero inefficaci.

“Considerando l’imminente scadenza dell’appalto fissata per il 31 marzo, e preso atto della situazione determinatasi in seno al raggruppamento temporaneo di imprese che fanno capo al Consorzio Ambiente 2.0 - afferma il consigliere sardista, Bastianino Spanu - e rilevato che parrebbero sussistere le condizioni di inconferibilità di proroga alla società, in conseguenza della mancanza di requisiti, parrebbero ravvisarsi tutte le condizioni di legge per procedere alla revoca immediata di questo appalto e quindi al conferimento dell’incarico a società abilitate al servizio  fino al nuovo bando”.

I consiglieri Ivan Cermelli, Michele Bassu e Sebastiano Sassu ritengono che, a fronte di un appalto costato oltre 22 milioni di euro per sei anni, vengano resa solo la metà dei servizi previsti dal contratto. 


 

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