Comunali "obbligati" a prestare la propria attività in ufficio senza le prescritte dotazioni di protezione individuale. La denuncia è del sindacato Cisl-Fp che ha raccolto le lamentele dei dipendenti del Comune di Porto Torres, indirizzando al sindaco Sean Wheeler e ai dirigenti comunali la richiesta immediata di ottemperare agli obblighi di salute e sicurezza sul lavoro. "È necessario eliminare la condizione di rischio contagio attraverso l'adozione di tutte le misure previste - sottolinea il segretario generale Cisl-Fp, Armando Ruzzetto - per evitare la spiacevole e pericolosa situazione in cui si trovano a lavorare, anche nelle attività non essenziali. Altrimenti saremo costretti ad informare le competenti autorità giudiziarie e amministrative".

Il sindacato Cisl-Fp chiede che venga aggiornato il documento di Valutazione dei rischi anche con un confronto con le rappresentanze dei lavoratori e il medico competente e che vengano adottate le misure di informazione e sicurezza necessarie a garantire l'integrità fisica dei dipendenti in relazione al rischio coronavirus.

Pertanto lo stesso sindacato consiglia di ricorrere al lavoro agile e di adottare tutte le misure possibili per evitare il contagio, ricordando che gli strumenti di prevenzione sono a carico del datore di lavoro. "L'obbligare i lavoratori ad una esposizione non corretta non può essere tollerata - aggiunge Armando Ruzzetto - ed oltre a costituire un comportamento censurabile sotto tutti i profili e potenzialmente foriero di propagazione del contagio, denota insensibilità nei confronti del singolo lavoratore e dell'intera collettività". Le criticità dei dipendenti comunali riguarda anche le ferie "forzate". "Non sono permesse - aggiunge il sindacato Cisl-Fp - perché i lavoratori impegnati in attività non essenziali e obbligati a prestare servizio in sede, una volta esauriti tutti gli strumenti previsti dalla normativa, devono essere esonerati dal servizio fino al termine dell'emergenza sanitaria".
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