Rigettato, oggi in Corte d’appello a Sassari e nell’ambito del giudizio civile, il ricorso delle parti civili contro l’assoluzione di Fabiano Maria Saba, unico indagato fino allo scorso marzo con l'accusa di omicidio colposo e occultamento di cadavere per la morte di Antonio Masia, trovato senza vita il 25 luglio 2022 nello stabilimento Gesam di Truncu Reale.

Il collegio, presieduto da Maria Grixoni, a latere Cinzia Caleffi e Cristina Fois, non ha accolto la richiesta condannando al pagamento delle spese i ricorrenti costituitisi con gli avvocati Daniele Alicicco e Francesca Fiori. Saba, operaio al tempo nello stabilimento di Truncu Reale, era difeso dall’avvocato Luca Sciaccaluga, ed era stato assolto dal gup Sergio De Luca a marzo in sede penale, come tra l’altro sollecitato al tempo dalla pm Maria Paola Asara.

E proprio la procura della Repubblica ha scelto di non fare ricorso contro la scelta del giudice. Sia Masia che Saba erano dipendenti della struttura che andò distrutta da un incendio pochi giorni dopo il ritrovamento del cadavere dell’uomo.

Nella discussione di sette mesi fa erano emersi diversi dubbi sulla dinamica, sia per l’orario della morte, cambiato dal medico legale di due ore rispetto a quanto creduto prima, andando quindi a dimostrare l’assenza di Saba sul luogo dell’episodio, che per la presenza di tre mezzi, tra cui un muletto e un merlo, due in più di quelli ipotizzati all’inizio.

Anche sul luogo del ritrovamento di Masia- il settore plastiche, secondo il legale Sciaccaluga, non vi sarebbero certezze. Perché i messaggi indirizzati all’uomo erano arrivati molto in ritardo nonostante in quella zona ci fosse sempre campo per i cellulari.

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