Il messaggio arriva dal carcere di Bancali, Antonio Baltolu (reo confesso dell’omicidio di Pietro Nieddu, l’allevatore ucciso nelle primissime ore di domenica scorsa) lo ha fatto arrivare ad Alà dei Sardi attraverso i suoi avvocati; il giovane, rivolgendosi alla famiglia della vittima dice: "Chiedo perdono per quello che è successo, sono pentito. Non sono tornato al bar per uccidere, non volevo uccidere".

Baltolu, assistito dai penalisti Lorenzo Galisai e Giampaolo Murrighile, si assume tutte le responsabilità del delitto di Alà dei Sardi, ma questa mattina, davanti al gip di Sassari, ha fornito una versione dei fatti che esclude la premeditazione e soprattutto la spietata esecuzione della vittima.

Infatti, il muratore di 27 anni ha confermato di essere tornato nel bar della piazza centrale del paese, non per chiudere il conto con Nieddu (con il quale aveva avuto un violento litigio), ma per verificare le condizioni di un coetaneo che, stando alla sua ricostruzione, aveva anche lui litigato con la vittima.

Baltolu sostiene che a questo punto è avvenuta una colluttazione e dalla sua pistola è partito il colpo che ha ucciso Nieddu. Una versione dei fatti al vaglio degli investigatori.

Il gip Michele Contini ha convalidato il fermo di Baltolu e disposto per il giovane la misura della custodia cautelare in carcere.

Il medico legale Salvatore Lorenzoni questa mattina ha eseguito l’autopsia sul corpo della vittima. Oggi Alà dei Sardi ha reso l’ultimo saluto all’allevatore Pietro Nieddu.

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