«Chiedo la conferma della sentenza di ergastolo per Claudio Dettori».

Così la procuratrice generale Maria Gabriella Pintus conclude, questa mattina in Corte d’Appello, il suo intervento sull’omicidio di Antonio Fara, scomparso la notte del 22 aprile 2021 nella sua abitazione di via Livorno a Sassari. Un decesso che ha visto sempre un solo imputato, Claudio Dettori, condannato al carcere a vita in corte d’Assise lo scorso giugno.

Ora il 26enne sassarese, oggi presente in aula e assistito dall’avvocato Danilo Mattana, ha presentato appello e il suo legale ha chiesto una perizia antropometrica, un approfondimento della perizia medico-legale e ulteriori accertamenti sugli esami dattiloscopici, ematici e delle celle telefoniche. Richieste che il magistrato ha ritenuto di fatto inutili perché, ha dichiarato, «raramente ho visto un quadro probatorio più solido di questo». A cominciare dalle riprese video, riprodotte in aula, con gli spostamenti di Dettori prima e dopo l’omicidio, sia dall’ingresso di via Livorno che da quello posteriore di via Napoli. La procuratrice generale ha poi messo in luce «le contraddizioni lampanti» della versione dell’imputato, che aveva raccontato, tra l’altro, la presunta intenzione di Fara di andarsene dall’appartamento perché si sentiva perseguitato.

Pintus ha chiesto alla corte, presieduta da Salvatore Molinaro, a latere Maria Grixoni, e composta anche alla giuria popolare, di confermare l’aggravante della crudeltà: Fara è stato colpito con pugni, calci, colpi di padella, un tentativo di strangolamento e con due martellate fatali e Dettori avrebbe approfittato della condizione di ospitalità offertagli da due mesi circa dal barista sassarese. Sulla stessa linea l’avvocato della parte civile Simone Pisano, che rappresenta la sorella di Antonio, Ilenia, e il cugino Giovanni Becca. A marzo è prevista la replica dell’avvocato difensore.

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