Un parco senza guida politica, una situazione di stallo che lascia l’Ente privo di una governance in attesa della firma di un decreto di nomina.

Il Parco nazionale dell’Asinara, da sette anni senza un presidente, ora è rimasto orfano anche della commissaria straordinaria Gabriela Scanu: il suo incarico era stato  conferito dal ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare il 26 febbraio 2020 ed è scaduto il 2 marzo. La proroga questa volta non c’è stata. Il ministro della Transizione ecologica non si è pronunciato.

Le trattative in corso tra Regione e ministero si concentrano sulla rosa dei nomi da scegliere per la presidenza: una scelta sui cui far convergere la volontà politica di entrambe le istituzioni.

Nel frattempo a guidare il parco dell’Asinara ci pensa il direttore, Vittorio Gazale, che con sempre maggiore difficoltà deve districarsi tra mille pratiche e progetti da portare avanti per sostenere una situazione complessa: la carenza di personale e la burocrazia contribuiscono a rallentare una programmazione necessaria a dare impulso allo sviluppo turistico e ambientale dell’isola.

Un territorio di circa 52 chilometri quadrati, un paesaggio naturalistico da tutelare, le criticità di flora e fauna da affrontare, oltre alle esigenze degli operatori che si preparano a garantire i servizi ai visitatori per la prossima stagione. 

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