«Davide non è morto annegato». 

Ne è convinta Nadia Calvia, la sorella del sub 38enne vittima del naufragio del 12 aprile all’Asinara. Sono ancora troppe le questioni da chiarire secondo Nadia, sicura che Giovannino Pinna, il pescatore subacqueo 35enne sopravvissuto e indagato per naufragio colposo, sappia tutta la verità.

«Davide – scrive Nadia Calvia sui social - è stato trovato completamente saponificato, nudo nella parte di sotto, con una maglietta di una muta, alzata completamente che sembra fosse di taglia molto più grande. Il corpo era molto gonfio, tatuaggi scoloriti, testa girata verso destra, il viso completamente deformato e gonfissimo, bocca aperta e storta, gli occhi non si vedono più... si nota un buco in testa che sembrava di forma triangolare! Non aveva abrasioni, la mano destra alzata verso la testa, le gambe anche se ancora all'interno del sacco di recupero sembrano rannicchiate, come se fosse arrivato a toccare il fondale e una volta presa quella posizione cosi è rimasta».

«L'autopsia - prosegue – rivela traumi e lesioni non imputabili al mare, né agli scogli! Si presume possa aver subito violenza fisica ma una cosa è certa: Davide non è morto annegato. Solo Giovanni sa la verità, solo lui che era presente sa veramente cosa e chi abbia provocato la morte di Davide. Solo lui può svelare il mistero di questo incidente, perché Giovanni sa, e chi sa e non parla è colpevole quanto chi fisicamente ne ha provocato la morte».

Pochi giorni fa, venerdì 28 aprile, «è stato dato l'ultimo saluto a Davide. Tante le persone presenti, tutti tranne Giovanni o la sua famiglia. Davide è diventato il fratello di tutti, per Davide deve uscire fuori la verità, Davide deve riposare tranquillo sapendo che chi gli voleva bene gli ha reso giustizia! Davide era uno di noi, Davide è uno di noi».

(Unioneonline/D)

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