Pattadesi realizzate - così le reclamizzavano - "con i migliori materiali, acciai per le lame, legni e corna per i manici", lame "in acciaio damascato, particolare lavorazione a venature di ricercato pregio e bellezza", il tutto "lavorato artigianalmente seguendo gli antichi principi della tradizione sarda".

Principi arrivati sino in Pakistan, evidentemente, perché è lì che venivano realizzate le pattadesi.

I finanzieri del Comando Provinciale di Sassari, coordinati dalla Procura di Tempio Pausania, ne hanno sequestrati quasi mille, 957 per la precisione, in diverse aziende specializzate nella vendita di prodotti sardi. Presentavano indicazioni false sulla provenienza, erano "made in Sardegna".

Tutto è partito da un primo sequestro effettuato a Golfo Aranci, un mese fa, che ha riguardato un imprenditore della provincia di Cagliari, presente in diversi siti di vendita online e in numerosi negozi dell'Isola.

L'uomo, spesso presente a fiere ed eventi nazionali, acquistava i coltelli dal Pakistan per pochi dollari e li rivendeva a prezzi che, in alcuni casi, superavano i 400 euro. Diversi i coltelli sequestrati: non solo pattadesi, anche arburesi, guspinesi, sinniesi, coltelli da scuoio a serramanico e a lama fissa, e tutti molti simili agli originali.

C'era anche un certificato di garanzia che ne attestava la lavorazione artigianale "seguendo gli antichi principi della tradizione sarda". Sequestri in gran parte dell'Isola (Sassari, Cagliari e Nuoro), e anche a Milano.

(Unioneonline/L)
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