Era il 25 luglio del 1971 quando sbarcarono sull’isola dell’Asinara i primi detenuti pericolosi, accusati di avere avuto legami con le organizzazioni criminali. Si aprono le celle per quindici presunti mafiosi, alcuni sottoposti al 41 bis. Il carcere duro.

Un tema di interesse storico che sarà oggetto della prossima conferenza, in programma venerdì 9 giugno alle 18 presso la sede del Parco nazionale dell’Asinara. Nel registro dei carcerati allora comparivano: Calogero Sacco, Antonino Buccellato, Tommaso Scaduto, Gaetano Accardi, Nino Bonventre, Diego Gioia, Gaetano Badalamenti, Giuseppe Chiaracane, Nicola Cancelliere, Calogero Sinatra, Vincenzo Ragona, Giacomo Coppola, Mario Brusca, Luigi Cali e Rosario Terrasi.

Nel successivo mese di settembre arrivano sull’isola altri 18 esponenti dei clan mafiosi tra cui Totò Riina e Giuseppe Brusca. Segnarono la svolta della colonia penale agricola dell’Asinara divenuta, nella seconda metà degli anni Settanta, carcere di massima sicurezza. Dieci diramazioni che ospitarono anche esponenti delle Brigate Rosse e dell’Anonima Sarda. Tra i brigatisti anche Renato Curcio.

La prima struttura carceraria nasce a Fornelli, a sud dell’isola.  Balzò sulle prime pagine nazionali nel ’77 per una violenta rivolta, che portò ad un inasprimento del sistema di controllo dell’Asinara. Altro carcere di massima sicurezza è il bunker di Cala d’Oliva, che ospitò Riina, oltre a Raffaele Cutolo, o' Professore, fondatore della nuova camorra organizzata. Sull’isola sorgono poi il carcere di Santa Maria, che raccoglieva detenuti per spaccio, quelli di Tumbarino, di Stretti, di Trabuccato, di Campo Faro, di Capo Perdu, di Sa Zonca e di Elighe Mannu.

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