Il ministro della Giustizia Marta Cartabia è a Sassari per l’11esima edizione della conferenza europea sulla Giustizia riparativa. Il primo appuntamento di due giorni in Sardegna.

“Non mi era mai capitata un'accoglienza così. Questa è la forza dell'importanza della Giustizia riparativa sulla vita delle comunità e delle persone”, sono state le parole del ministro che ha in programma di visitare il carcere sassarese di Bancali e domani l’istituto penitenziario di Uta.

Ad accogliere la guardasigilli, c’erano l'assessore regionale degli Enti locali, Quirico Sanna, il sindaco della città Nanni Campus e il rettore dell'Università Gavino Mariotti. A fare da cornice anche balli e canti sardi con il gruppo folk di Orgosolo.

“La giustizia riparativa – ha sottolineato nel suo intervento – è ancora poco utilizzata nella stragrande maggioranza dei Paesi, anche in quei sistemi in cui la giustizia riparativa è incorporata nel sistema legale. È necessario uno sforzo comune per superare le persistenti disuguaglianze rispetto al livello di attuazione della giustizia riparativa nei Paesi europei. C'è molta legislazione 'formale', ma non ancora abbastanza attuazione fattuale, che si traduce in una disparità di possibilità di accesso alla giustizia riparativa da parte degli interessati". 

"In questa era di rabbia, paura, risentimento, odio e guerra – ha sottolineato il ministro – , la pratica della giustizia riparativa può dare un contributo essenziale nel rispondere ai bisogni più urgenti del nostro tempo. Sul lungo periodo, la diffusione della giustizia riparativa promette di trasformare, passo dopo passo, la qualità dell'orizzonte delle nostre relazioni, con lo scopo di prevenire l'esplosione di dissidi irreparabili, che apre ferite che non possono essere sanate".

“Dopo due anni di pandemia, nel mezzo di una guerra e al termine di decadi dominate da un'estrema cultura individualista - ha spiegato Cartabia - la giustizia riparativa offre a tutti noi la risposta che stiamo cercando, dove l'altro non è considerato un nemico, un rivale o un fantasma, ma è parte dell'esperienza stessa". 

(Unioneonline/s.s.)

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