La festa probabilmente non sarà stata come lui e la sua famiglia l'avevano immaginata, ma il traguardo era talmente importante che neppure l'emergenza sanitaria da Covid-19 l'avrebbe potuta rovinare. Un secolo ma solo all'anagrafe.

Così il cavaliere Antonio Carboni in splendida forma ha spento 100 candeline nella sua casa accogliente attorniato da pochi intimi ma con un sorriso che esprimeva la gioia di un ragazzino. La sua vita racconta una lunga carriera: tre volte consigliere comunale e assessore della Democrazia cristiana, da giovane aveva aderito agli ideali fascisti passando poi a lavorare nell'Ilva, la società che gestiva le miniere di Canaglia.

"Volevo fare una grande festa - ha detto - ma sono comunque felice di aver raggiunto questo traguardo". La sua vitalità la esprime nei suoi racconti fantastici e spiritosi con particolari e inflessioni dialettali che condiscono le sue storie e attirano l'attenzione di chi gli sta attorno. Diventato consigliere dell'asilo infantile Biccheddu, scrisse un libro di ricordi sulla miniera di Canaglia, fino a diventare cavaliere della Repubblica, un titolo accompagnato da una medaglia d'oro consegnatagli dall'allora presidente del Consiglio Antonio Segni.

Lui, uno dei soci più anziani dell'Associazione marinai, continua a coltivare i suoi interessi, e soddisfare la sua curiosità e la voglia di conoscere come per arricchire una vita già piena. Divenuto segretario della Cgil nel dopoguerra, ricoprì per 15 anni la carica di presidente nella fondazione della sezione Combattenti e reduci nel 1960.
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