Una cerimonia partecipata, quella che si è tenuta questa mattina a Porto Torres per celebrare la Festa della Liberazione nel piazzale dedicato ai caduti della Corazzata Roma. Presenti la giunta e il consiglio comunale insieme ai rappresentanti della Capitaneria di Porto, dei carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Locale e delle associazioni carabinieri, combattenti e reduci, Anmi e Anfi.

Dopo l'alzabandiera e la deposizione di una corona d'alloro ai piedi del monumento, sono stati letti due interventi: il primo da Niccolò Falchi, uno dei cinque giovani turritani ad aver preso parte al progetto “Promemoria Auschwitz Sardegna 2023”, gestito dall'associazione Arci Sardegna, con il finanziamento del Comune di Porto Torres per cinque borse di studio.

«Sono qui, infatti, per raccontare, in breve, un viaggio, per non dimenticare ciò che è stato e che non si dovrà mai più ripetere. Per non dimenticare quelle nefandezze contro cui i partigiani hanno combattuto». Così lo studente Niccolò Falchi, 18 anni di Porto Torres davanti al mare del Golfo dell'Asinara.

«Tutti noi abbiamo sentito parlare della Shoah almeno una volta nella nostra vita, - ha aggiunto - ma pochi di noi lo conoscono bene. Vedere le impronte lasciate dalla cattiveria umana, quando essa ha raggiunto il culmine della sua forza, non ha prezzo. Credo sia un'esperienza importante che devono fare tutti almeno una volta, una cosa che potrà cambiare drasticamente il vostro modo di vedere le cose».

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del sindaco Massimo Mulas. «Vigiliamo e combattiamo contro quei rigurgiti di taluni nelle loro affermazioni insensate che ancora sottolineano le differenze di razza,  di etnie e censo ripudiate con chiarezza dalla nostra Costituzione», ha detto il primo cittadino nel suo discorso. «Che il sacrificio dei nostri compatrioti  coraggiosi non rimanga sterile e, come ci testimonia  fra i tanti anche la figura del nostro concittadino e partigiano Giuseppe Migheli, morto a 26 anni il 13 aprile del 1944 a Renziano», ha proseguito.  «A noi l’auspicio che con rinnovata unità saremo capaci di difendere princìpi conquistati  e a impedire che a essi si rechi oltraggio.  Questo è un nostro preciso dovere: per la pace dei nostri morti e per l’avvenire di tutti i vivi».

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