Non vogliono essere etichettati come i ragazzi dell'esame di Stato ai tempi del coronavirus. Nessuna prova scritta ma con l'apprensione e la paura di chi sta per affrontare un esame difficile senza simulazione e con un'ora di tempo per parlare di tutto.

Anche questa mattina gli studenti dell'Istituto tecnico Nautico "Mario Paglietti" si sono presentati davanti a una commissione formata da sei docenti e il presidente. L'emozione si legge negli occhi di Davide Sanna 18enne di Alghero subito dopo l'esame. "Il panico peggio di una prova del Covid - racconta - mi sono presentato con il mio elaborato di Navigazione, era un problema sulle maree ossia stabilire se a una determinata ora di arrivo della nave, in base alle maree, noi potevamo entrare in porto in sicurezza. Ma quello che mi ha spaventato peggio del coronavirus era il discorso dei collegamenti, in base a una foto occorreva collegare tutte le materie, quindi un attimo di paura perché la foto con il mio argomento sembrava non c'entrasse nulla. Si trattava di un radar navale a cui dovevo collegare la materia di elettrotecnica e descrivere come funziona un radar elettronicamente".

In questi mesi di lockdown hanno dovuto sperimentare una nuova forma di studio e imparare a distanza, tra videoconferenze e webinar; il mondo della scuola si è dovuto adattare all'emergenza sanitaria con tutta la sua forza. "Un colloquio orale per noi difficile dopo la quarantena forzata - dice un'altra maturanda del liceo prima di sostenere l'esame - con la discussione di un elaborato riguardante le materie di indirizzo, consegnato prima ai docenti. Ma il fatto che non ci siano stati gli esami scritti non deve far pensare che per noi sia stato facile".
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