Quasi mai progettisti, appaltatori o tecnici comunali si ricordano che le leggi prescrivono di superare le barriere architettoniche in particolare nei locali pubblici.

Il progetto "Agitamus. Quando la scuola e lo sport valorizzano la diversità" cerca di superare anche questo. Questa mattina il progetto, finanziato dalla Regione e promosso dal Comitato italiano paralimpico sardo, ha presentato il suo evento conclusivo presso la sala Canu a Porto Torres, un meeting che ha coinvolto le quinte classi della scuola primaria e le classi terze della media del comprensivo 1, studenti che si sono confrontati con gli atleti paralimpici del progetto Albatross e del Gsd Porto Torres.

Insieme hanno riflettuto sulla capacità di fare sport in situazione di disabilità, hanno giocato e hanno affrontato i temi della inclusione e della diversità a scuola.

"Spesso pensiamo a come rendere accessibile un servizio e non ci rendiamo conto che le stesse persone con disabilità possono offrirlo - spiega Manolo Cattari, psicologo - ecco perché occorre riflettere sul concetto di cittadinanza attiva per apprendere in toto ciò che è l'accessibilità. Una scuola deve essere accessibile ad alunni e insegnanti, cose che spesso sfuggono. Agitamus fa questo, lo fa perché intende creare uno spazio di accessibilità emotiva interna ascoltando i ragazzi".

Al termine dell'incontro la consegna da parte del sindaco Sean Wheeler del cartello "simbolo" dell'accessibilità all'assessore alle Politiche sociali Rosella Nuvoli e all'assessore alla Pubblica istruzione e sport Mara Rassu.

Il progetto Agitamus ha coinvolto 39 amministrazioni della Sardegna, 4000 studenti, 14 federazioni sportive e 43 sportivi paralimpici
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