Prima fase del processo d'appello a Sassari sulla darsena servizi, nel sito di interesse nazionale di Porto Torres. Il gup Antonello Spano, il 22 luglio del 2016, aveva condannato a un anno di reclusione tre manager della società Syndial, controllata Eni, per i reati di disastro ambientale colposo e deturpamento delle bellezze naturali. I tre manager sono Francesco Capace, Oscar Cappellazzo e Gian Antonio Saggese.

Il processo era nato in seguito a un sopralluogo dei vigili del fuoco nella darsena servizi del porto industriale di Porto Torres, ispezione culminata con il sequestro cautelare di una parte del sito. Nel 2016 la sentenza di condanna per l'inquinamento che, nel corso degli anni, ha scaricato nel porto industriale non meglio precisate quantità di sostanze pericolose nel mare del Golfo dell'Asinara. Materiale cancerogeno, con livelli migliaia di volte superiori ai limiti consentiti dalla legge. A distanza di 4 anni si riapre il processo di secondo grado. L'avvocato delle parti civili Pina Zappetto ha depositato nuova documentazione, successiva alla sentenza di condanna impugnata dal collegio difensivo dei dirigenti Syndial. Si tratta di istruttorie tecniche svolte tra il 2018 e il 2020 condotte dall'Arpas, Ispra, Provincia di Sassari e Comune di Porto Torres che, secondo la linea difensiva, confermano la responsabilità di Syndial nell'inquinamento del sito. I documenti sono stati acquisiti questa mattina dal procuratore generale Stefano Fiori che prenderà visione degli atti prima della prossima udienza in programma il 5 maggio prossimo, in quella data si deciderà la calendarizzazione delle udienze successive.

Sono stati accolti come parti civili: Ministero Ambiente, Regione, Comune di Porto Torres, i comitati Tuteliamo il Golfo Asinara e Capsa, Anpana, Lega anticaccia e i fratelli Polese di Porto Torres.
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