Cortocircuito al Comune di Sassari.

Dopo aver mal digerito la scelta di quattro componenti della maggioranza di costituire un gruppo consiliare a sé stante e averli estromessi dalla coalizione con altri due esponenti del progetto civico che l'ha portato alla guida della città, il sindaco Nanni Campus incassa le critiche degli interessati.

Al centro dello scontro c'è la decisione dei sei "ribelli" di aver abbandonato l'aula per non votare contro un ordine del giorno sulle criticità della sanità cittadina. Campus l'ha considerato uno strappo e li ha accusati di essere dei traditori. Nei giorni scorsi, dopo aver meditato le dimissioni, il sindaco ha rintuzzato la maggioranza consiliare annunciando l'ingresso dei tre esponenti del Movimento Cinque Stelle, compreso il presidente del Consiglio comunale, Maurilio Murru.

Dopo tre giorni di riflessione, cinque dei sei consiglieri al centro dell'improvvisa crisi hanno deciso di uscire allo scoperto e di ribattere alle accuse piovute loro addosso.

Assente Giuseppe Paolopoli, che sin da inizio mandato aveva rifiutato la creazione di un gruppo unico di maggioranza e aveva formato quello di Sassari Civica, con cui è stato eletto, a replicare a Campus sono stati i quattro di Sardegna Civica - il capogruppo Massimo Rizzu, Marco Manca, Pietro Demurtas e Sofia De Martis - e Gianfranco Serra, formalmente ancora nel "gruppone" voluto dal sindaco e presieduto in aula da Manuel Alivesi. "Non abbiamo mai tradito il mandato, non abbiamo mai minato l'azione amministrativa, non abbiamo mai preteso compromessi né chiesto poltrone", attacca Rizzu. "Abbiamo chiesto e chiediamo maggiore coinvolgimento sulle scelte e sulle posizioni da assumere in aula", prosegue, assicurando che "crediamo nel progetto e siamo parte della coalizione civica".

Per Marco Manca, "nei nostri confronti è stata usata una terminologia impropria, abbiamo sempre votato a favore".

Ancora più chiaro Pietro Demurtas. "Il progetto civico è di tutti, l'abbiamo appoggiato finora e continuiamo ad appoggiarlo - dice - i problemi sono derivati dalle difficoltà di comunicazione prodotte dalla costituzione di un unico gruppo, al quale ci siamo sempre detti contrari". Secondo Sofia De Martis, "questo piccolo tilt porterà a un'intesa maggiore". Perplesso anche Giancarlo Serra. "Non ho tradito nessuno e ho abbracciato questo progetto dall'inizio - spiega - ma non sono disposto a stare zitto e alzare la mano in base al volere di una sola persona, senza confronto e senza una linea politica condivisa".

Il nodo da sciogliere, a questo punto, è l'ingresso dei pentastellati in maggioranza. "Quello è un tradimento dello spirito del progetto civico, che non prevedeva partiti - attacca Rizzu - su questo pretenderemo un chiarimento nella coalizione, di cui siamo parte integrante".

(Unioneonline/F)
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