Alberto Picci non ha risposto alle domande che stamattina, nel carcere sassarese di Bancali, gli sono state poste dal Gip in merito al tentato omicidio dei genitori avvenuto due giorni fa nella casa di famiglia a Santa Maria Coghinas.

Prima dell’alba di mercoledì, il 47enne ha colpito il padre Giuseppe e la madre Maria Giovanna Drago con una fiocina e con altri attrezzi da pesca.

Assistito dall’avvocato Tania Decortes, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Con i suoi genitori, ha spiegato, c'è sempre stato un rapporto sereno e pacifico senza episodi di violenza o scontri di qualsiasi tipo. Dell’aggressione ha detto di non ricordare nulla, di essersi svegliato di notte per dei rumori.

“Se ho fatto quello che dite – le sue parole -, l'ho fatto involontariamente, non è dipeso da me”.

Il pm Angelo Beccu, sulla base delle indagini dei carabinieri della Compagnia di Valledoria che hanno arrestato in flagranza il 47enne, lo accusa di duplice tentato omicidio aggravato. La madre e il padre sono ancora ricoverati in condizioni critiche nel reparto di rianimazione del Santissima Annunziata. Giuseppe Picci è stato sottoposto a un intervento per l’estrazione della fiocina che aveva conficcata nella gola e nella testa, la moglie per curare le profonde ferite alla testa inferte probabilmente con delle forbici da pesca.

Entrambi vengono tenuti in coma farmacologico per stabilizzare le loro condizioni. 

(Unioneonline/s.s.)

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