«Cattiva digestione e ipocondria», e lo dimettono: poco dopo ha un infarto, oggi è invalido al 95% e chiede un risarcimento
I fatti nel 2022, protagonisti un sassarese e le guardie mediche di Sorso: «Responsabilità dei medici accertate, ma la Asl non risponde alla nostra richiesta di conciliazione»(Ansa)
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Scambiano un infarto per problema gastrointestinale e l’uomo è oggi invalido al 95%. Il fatto risale al 2022 quando il sassarese, all’epoca 45enne, si reca dalle guardie mediche di Sorso lamentando dolori al petto e al braccio sinistro. Come scritto i dottori diagnosticano una cattiva digestione e uno stato ipocondriaco e lo congedano.
Ma poche ore dopo l’uomo subisce un infarto, viene rianimato dopo dieci minuti senza polso e finisce sotto i ferri per un intervento chirurgico. L’operazione gli salva la vita ma non può evitare purtroppo le conseguenze dell’arresto cardiaco e i danni neurologici, ovvero la perdita completa dell’autonomia che, con molta probabilità, continuerà per il resto dell’esistenza. Tra gli esiti più disastrosi dell’infarto anche la necessità di essere alimentato via peg.
I familiari, assistiti dal legale Franco Fois, presentano denuncia e adesso i due medici sono imputati per “responsabilità colposa per lesioni in ambito sanitario”. Assieme al procedimento penale è in corso quello in sede civile dove però la situazione, già difficile, ha subito un impasse.
«Si è proceduto alla perizia medica disposta dal giudice - dichiara l’avvocato Fois - a cui hanno partecipato i professionisti designati dall’Asl. Questa ha accertato delle responsabilità». A quel punto il legale presenta all’Azienda, protocollata, una richiesta di conciliazione per il risarcimento dovuto. «L’ho presentata ad aprile, non ho ricevuto risposta e l’ho inviata di nuovo a maggio».
Silenzio anche stavolta. «Trovo molto grave - afferma Fois - che non abbiamo avuto alcun tipo di riscontro da parte dell’Asl». I tempi si allungano: l’uomo vive assistito dagli infermieri, non potrà più lavorare, ed è allettato, dipendente dagli altri in tutto. Intanto nel processo penale le due guardie mediche hanno chiesto, nei giorni scorsi in tribunale a Sassari, di accedere alla messa alla prova ma la giudice Claudia Sechi si è riservata di decidere sull’ammissione chiarendo che la stessa sarà condizionata al risarcimento del danno patito dalla vittima e dai suoi familiari. Un risarcimento molto ingente «che - continua Fois – dovrebbe dare proprio la Asl o l’assicurazione di quest’ultima, che poi si rivarrà sui due medici». Ma su questo aspetto si attendono ancora notizie dall’Azienda.