La Gendarmeria della Città del Vaticano ha perquisito la sede della Diocesi di Ozieri, con il benestare del pm di Roma, Maria Teresa Gerace, che aveva mandato la polizia giudiziaria nelle sedi legali, amministrative ed operative della Spes, cooperativa sociale legalmente rappresentata da Antonino Becciu, fratello del cardinale Giovanni Angelo Becciu, cui secondo gli inquirenti – che ipotizzano il reato di peculato – potrebbero essere stati dirottati fondi della Chiesa. 

Il blitz, durante il quale sono stati acquisiti alcuni documenti, è stato così commentato, in una nota, da Ivano Iai, avvocato del vescovo di Ozieri, Corrado Melis: "La corretta organizzazione amministrativa e la puntuale tenuta della contabilità della Diocesi costituiscono garanzia di gestione regolare e trasparente nel contesto delle attività spirituali e solidali della Diocesi di Ozieri, che si avvale della collaborazione di qualificati enti morali per il raggiungimento degli scopi di carità, sostegno agli ultimi e solidarietà".

"Rattrista - prosegue Iai - che potendosi procedere a immediate acquisizioni documentali cui, anche in ragione della provenienza della richiesta da Organo superiore della Santa Sede e della disponibilità offerta sin dal 24 settembre 2020, la Diocesi avrebbe puntualmente e immediatamente dato seguito già nove mesi addietro, sia stata scelta una strada inutilmente dolorosa, peraltro pubblicamente divulgata nonostante gli atti di indagine svolti fossero coperti da inviolabile segreto investigativo".

"Si confida, in ogni caso, che la ricostruzione mediatica della vicenda nel suo complesso non si sostituisca alla verità storica e ancor meno affievolisca la fiducia della comunità cristiana verso la Chiesa locale”, conclude la nota dell'avvocato, aggiungendo che “il Vescovo Melis manifesta il più profondo rispetto verso le Autorità procedenti confidando che una vicenda così dolorosa si concluda al più presto con l'accertamento della correttezza di tutti i soggetti coinvolti". 

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata