L’ex presidente catalano Carles Puigdemont è stato arrestato nella tarda serata di ieri in Sardegna all’aeroporto di Alghero.

Le manette sono scattate sulla base di un mandato d’arresto europeo emesso dalle autorità spagnole per reati contro l’ordine e la pubblica sicurezza. 

Dopo aver trascorso la notte nel carcere di Bancali, a Sassari, il leader indipendentista è in attesa di disposizioni da parte del giudice: a decidere sulla sua eventuale estradizione o sulla sua libertà sarà la Corte d'Appello di Sassari. Udienza che dovrebbe tenersi nel pomeriggio tra le 14 e le 15. "Puigdemont si trova nel carcere sassarese di Bancali – spiega l’avvocato Agostinangelo Marras - perciò andranno decise anche le misure da adottare a prescindere dall'estradizione o meno". Il leader indipendentista "sta bene, è fiducioso che la questione si possa risolvere quanto prima e si augura di tornare presto in libertà”, aggiunge il legale.

Ad Alghero, unica città catalana d’Italia (ironia della sorte), Puigdemont era giunto per partecipare ad una manifestazione internazionale dedicata alla cultura e al folklore catalano, per incontrare alcuni leader indipendentisti e, tra gli altri, anche il presidente della Regione Christian Solinas e il presidente del Consiglio regionale Michele Pais.

Non appena atterrato nello scalo sardo il leader catalano ha trovato ad attenderlo numerosi agenti che hanno fatto scattare le manette e lo hanno portato nel carcere di Bancali, a Sassari.

Un caso diplomatico. La diplomazia iberica infatti si è attivata inviando il console onorario di Spagna per le province di Sassari, Nuoro e Oristano, l’avvocato algherese Mario Bruno, chiamato a verificare che a Puigdemont sia garantito il rispetto delle regole internazionali.

Il console Fabio Bruno (di spalle)\u00A0e l'avvocato Marras entrano in Corte d'assise (foto L'Unione Sarda-Calvi)
Il console Fabio Bruno (di spalle)\u00A0e l'avvocato Marras entrano in Corte d'assise (foto L'Unione Sarda-Calvi)
Il console Fabio Bruno (di spalle) e l'avvocato Marras entrano in Corte d'assise (foto L'Unione Sarda-Calvi)

"Siamo stati contattati dal dirigente dell'ufficio di polizia dell'aeroporto di Alghero per avvisarci che era in corso l'arresto di Puigdemont e ci siamo attivati per assicurarci che tutto fosse regolare", ha detto l’avvocato algherese. "Puigdemont – ha aggiunto – ha nominato un legale di fiducia e oggi andrò a sentirlo come corpo consolare".

In tarda mattinata il governo di Madrid ha diffuso una nota: “L'arresto - si legge – è avvenuto nell'ambito di un procedimento giudiziario in corso e quindi, come tutti i cittadini, anche l'attuale eurodeputato catalano deve sottoporsi all'azione della giustizia”.

LE PROTESTE – Proteste ovunque, dalla Catalogna alla Sardegna. In centinaia si sono radunati davanti al consolato italiano a Barcellona per manifestare contro l’arresto, e in diversi altri paesi della Catalogna si stanno organizzando azioni di protesta.

Il consolato italiano ha avvisato che rimarrà chiuso al pubblico "per ragioni di sicurezza" in quanto "sono previste per tutta la giornata manifestazioni" nei pressi delle sedi di Carrer Aribau 185 e Carrer Mallorca 270. Secondo i media iberici sono presenti diversi esponenti politici secessionisti, tra cui il vicepresidente catalano Jordi Puigneró.

Il clamoroso arresto ha generato anche le vibranti rimostranze della variegata galassia indipendentista sarda. Le diverse associazioni che operano per preservare l'identità culturale di Alghero, unica città italiana di lingua e radici catalane, si sono radunate per manifestare di fronte agli uffici della Corte d'Appello di Sassari.

Sul posto anche il sindaco Mario Conoci e alcuni esponenti del governo catalano, come il ministro degli Esteri Victoria Alsina. E i migliaia di catalani attesi ad Alghero per la festa cui avrebbe dovuto partecipare anche il leader indipendentista si stanno riversando lì per sostenere Puigdemont.

Alcuni indipendentisti radunatisi davanti alla Corte d’Appello condannano l’Italia per l’arresto e fanno notare come Puigdemont nei giorni scorsi sia stato in Francia.

GABRIELLI – "C'è un mandato di arresto europeo, stiamo nella comunità e lo dobbiamo eseguire", con queste parola il sottosegretario Franco Gabrielli commenta l'arresto dell'ex

presidente catalano. E questo, sottolinea, non cambia anche di fronte al mancato arresto in Francia: "I francesi fanno i francesi e noi facciamo gli italiani. Peraltro c'è stato questo controllo in frontiera, è stato messo nella disponibilità dell'autorità giudiziaria. Viviamo in uno stato di diritto. È

ovvio che sono delle situazioni che magari tutto sommato non preferiremmo mai trattare però nemmeno possiamo sottrarci perché nel nostro Paese vige ancora un diritto". 

"Sottolineo – aggiunge Gabrielli - che anche in questa vicenda ci stiamo attenendo alle procedure di questo Paese in base alle quali, quando c'è una richiesta di estradizione, e il mandato di arresto europeo ha un significato maggiore, c'è un giudice che non sta solo a Berlino ma anche a Sassari che deciderà".

DALLA FUGA A BRUXELLES ALL’ARRESTO – Il 30 ottobre del 2017 Puigdemont fugge a Bruxelles per sottrarsi al mandato d’arresto della Procura di Madrid, che ha accusato di ribellione l’intero esecutivo catalano in seguito al referendum del primo ottobre 2017 sull’indipendenza della Catalogna, represso nel sangue dall’allora governo conservatore di Mariano Rajoy.

L’ex presidente catalano si rifiuta di tornare in patria per testimoniare e le autorità spagnole emettono un mandato d’arresto europeo che un mese dopo il Tribunale supremo ritira, consentendo a Puigdemont di viaggiare ma senza autorizzarne il rientro in Spagna.

A marzo 2018 nuovo mandato d’arresto europeo. Puigdemont viene fermato in Germania mentre tenta di tornare in Belgio dalla Finlandia. Berlino lo rilascia ma gli proibisce di lasciare il Paese, a luglio poi un tribunale locale tedesco rifiuta l’estradizione e ritira tutte le misure.

Così Puigdemont torna il Belgio: il 26 maggio 2019 viene eletto parlamentare europeo ma non può andare a Madrid per l’investitura ufficiale per non essere arrestato. Madrid infatti non lo considera un europarlamentare e non ne riconosce l’immunità invece riconosciuta dall’assemblea di Strasburgo il 2 giugno 2020.

A marzo 2021 il Parlamento europeo vota per revocargli l’immunità, ora il clamoroso arresto in Sardegna. L’indulto concesso dal presidente Sanchez a tutti i leader catalani arrestati per i fatti del 2017 non vale infatti per Puigdemont, perché l’ex presidente della Catalogna si è da subito sottratto alla giustizia.

L'avvocato Boye scrive su Twitter che il suo assistito è stato ammanettato in base a un ordine di arresto che sarebbe in realtà "sospeso". La parola passa ora ai giudici della Corte d'Appello di Sassari.

(Unioneonline/L)

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