Un’eccezionale scoperta che porta la firma dell’università di Ferrara. E che proietta la Sardegna come territorio di rilevanza strategica nel superamento delle difficoltà di attuazione del Green Deal Europeo causate dalle limitazioni di reperimento dei metalli critici necessari per la transizione ecologica e digitale.

Ad annunciarlo sono stati gli stessi ricercatori proprio a Ferrara, dove in questi giorni è in corso l’evento “RemTech Expo” dedicato alle tecnologie ambientali.

Un tesoro dal valore inestimabile e che si colloca nella cava di marmo di Buddusò, in provincia di Sassari.
"Dalle prime analisi del nostro progetto è emerso che le discariche del distretto lapideo di Buddusò e della Gallura potrebbero consentire all'Italia e all'Europa di superare le difficoltà di reperimento dei materiali critici e necessari per la transizione ecologica e digitale" spiega Elena Marrocchino, ricercatrice del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Prevenzione di Unife e co-responsabile del progetto.

"I graniti di Buddusò sono composti per l'80%-85% di quarzo e feldspati, materie utilizzate per il comparto ceramico e del vetro. Contengono anche elevate percentuali (fino al 15%) di allanite, un minerale magmatico raro che si caratterizza per essere ricco di terre rare (Lantanio, Cerio, Praseodimio, Samario e Neodimio) e interessanti quantità di Ferro, Tantalio e Niobio”, specifica il dottor Antonello Aquiliano, dottorando Unife che sta lavorando al progetto. "Si distinguono da altri graniti per concentrazioni utili di Germanio e Gallio, elementi importanti per la produzione di componenti green come ad esempio pannelli solari".

La scoperta è una delle prime ricadute del progetto Regs II "Recycling of granite scaps II" finanziato con fondi europei Life e del progetto di ricerca dal titolo "Waste treatment: reperimento di Critical Raw Materials dalle discariche di sfridi di rocce ornamentali granitoidi", sostenuto dal programma di finanziamento nazionale Pon React-Eu e svolto nell'ambito del Dottorato in Architettura e Pianificazione Urbana dell'Università di Ferrara.

"Le materie critiche - osserva Carmela Vaccaro, professoressa del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Prevenzione di Unife e responsabile del progetto - sono metalli e materiali di strategica importanza economica per l'Europa, caratterizzati da alto rischio di fornitura, la cui necessità è emersa in relazione alla rivoluzione tecnologico-industriale che stiamo attraversando, alla transizione energetica/ecologica e alla rivoluzione digitale, che durante il lockdown ha subito un'accelerazione".

E le terre rare scoperte in Sardegna sono immediatamente disponibili, perché vengono trovate facilmente tra la parti ritenute "difettose" nella lavorazione di cava di granito: i ricercatori hanno, infatti, osservato un'alta concentrazione di elementi rari di facile reperimento.

Le materie critiche rare, che provengono quasi esclusivamente dalla Cina, oggi vengono usate per le loro proprietà magnetiche e conduttive non solo in televisori, computer, telefoni cellulari, ma anche nelle turbine eoliche o pannelli fotovoltaici e auto elettriche.

(Unioneonline/v.l.)

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