Pesante accusa da parte dei familiari di un detenuto pugliese rinchiuso per mafia in regime di 41 bis nel carcere di Bancali.

L'uomo, ha denunciato la sorella, sarebbe stato vittima di un pestaggio da parte di venti agenti: "È un lager - ha detto la donna -. Abbiamo avuto con lui un colloquio telefonico, e la sua voce era flebile... rotta dal pianto per i dolori... ha appena fatto in tempo a dire di avere il petto insanguinato, prima che interrompessero la chiamata".

Parole tutte da verificare, naturalmente, ma la denuncia è stata depositata ai carabinieri di Andria, città di provenienza del boss.

Ed è stata indirizzata anche al Garante dei detenuti di Sassari, Antonello Unida, sulla sua pagina Facebook: "Non potevo non raccoglierla e a mia volta denunciarla - ha risposto Unida ai microfoni di Videolina -. Non mi è stato ancora possibile visitare il detenuto ma lo farò nei prossimi giorni".

L'uomo presunta vittima del pestaggio è lo stesso che pochi giorni fa ha aggredito un agente conficcandogli una penna nel viso.

Un episodio grave, l'ennesima aggressione nella struttura, che aveva spinto i sindacati degli agenti a rendere pubbliche le difficoltà di operare a Bancali, senza un direttore di ruolo, tra malumori e proteste, in una realtà complicata.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata