Alghero, FdI sulla variazione di bilancio: «La sinistra esautora il Consiglio»
Così Fratelli d’Italia di Alghero, attraverso il suo capogruppo Alessandro Cocco, insieme ai consiglieri dell'Udc e di Prima AlgheroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Nell'ultima seduta di Consiglio comunale, il massimo organo democratico della città è stato di fatto esautorato del proprio ruolo». Così Fratelli d’Italia di Alghero, attraverso il suo capogruppo Alessandro Cocco, insieme ai consiglieri dell'Udc e di Prima Alghero, ha presentato emendamenti secondo i bisogni dei cittadini.
«La proposta del centrodestra è stata però messa a tacere sulla base di un parere tecnico a nostro avviso debole, incoerente e strumentale. Avevamo proposto misure concrete e di buon senso: il potenziamento della sicurezza urbana, un vero alleggerimento della pressione fiscale comunale, il sostegno alle famiglie attraverso un ampliamento degli sconti Tari in bolletta. Tutto questo senza compromettere gli equilibri di bilancio, attingendo alle risorse residue del consistente avanzo disponibile», sottolinea Cocco.
«E invece, la maggioranza di sinistra ha rifiutato il confronto: da un lato non ha chiarito le ragioni d’urgenza – necessarie a fondare la legittimità della variazione proposta dalla Giunta – dall’altro ha adottato un’interpretazione eccessiva e forzata delle norme per impedire qualsiasi discussione sugli emendamenti. Un precedente grave e inaccettabile».
Il Testo Unico degli Enti Locali, in sede di ratifica, dice che il Consiglio conserva pieni poteri deliberativi, purché nel rispetto degli equilibri di bilancio.
«Nessuna norma autorizza la Giunta a trasformare l’Assemblea cittadina in un semplice passacarte, privandola del potere di proposta e modifica. Colpisce l’ipocrisia di chi, a parole, si dice democratico, ma nei fatti esercita il potere in modo arrogante, senza riconoscere alcuno spazio alle opposizioni. È questo il vero volto della sinistra. La maggioranza – conclude l’esponente di Fratelli d’Italia - dovrà assumersi la responsabilità politica e pubblica di questo atto: impedire al Consiglio di esprimersi è un abuso istituzionale. E noi non lo lasceremo passare sotto silenzio».