Agrivoltaico, al vaglio del ministero un progetto a Cossoine: cavidotti tra i nuraghi e le domus de janas
Il Grig chiede il diniego dell’autorizzazione: l’impianto nascerebbe all’interno della fascia di rispetto di 7 km da zone tutelate con vincolo culturale o paesaggistico(Ansa)
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Un impianto agrivoltaico con diversi cavidotti nel cuore di una zona ricca di nuraghes, domus de janas e chiesette romaniche. Il progetto, in fase di valutazione di impatto ambientale, è proposto dalla società sassarese Sardinian Green 10 srl, si chiama “S’Ena” e sorgerebbe nel paesaggio ad alta vocazione agricola e archeologica di Campu Giavesu – Su Padru, nel territorio di Cossoine.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig) ieri, 29 dicembre, ha chiesto al ministero dell’Ambiente di esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale degli impianti e ha informato anche il ministero della Cultura, la Regione Sardegna, il Comune di Cossoine, la Soprintendenza speciale per il Pnrr e la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari.
Il progetto prevede un impianto da circa 20,5 MW e numerose linee elettriche di collegamento alla rete nazionale e cavidotti. Nella zona, sottolina il Grig, ci sono i nuraghi S’Ena, Accas, Idda, Furraghes, il complesso con la Tomba dei Giganti di Aidu-Corruoes, le domus de janas di Su Fronte, la chiesetta romanica di Santa Maria Iscalas. Sono coinvolti anche diversi siti che rientrano nella Rete Natura 2000, inoltre l’area è storica sede della gallina prataiola, specie salvaguardata in Sardegna e in ambito europeo.
La centrale, sottolinea il Grig, sorgerebbe all’interno della fascia di rispetto di sette km da zone tutelate con vincolo culturale o paesaggistico posta dalla legge sulle aree idonee.
«Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all'ammasso della vulgata dell'ambientalismo politicamente corretto», sottolinea l’associazione, rimarcando come la speculazione in atto riguardi diversi territori dell’Italia, dalla Tuscia alla Puglia, dalla Maremma alla Sicilia.
«In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna al 31 agosto 2024 risultano complessivamente ben 5.999, pari a 342,10 GW di potenza. Un’overdose di energia che non potrebbe nemmeno essere consumata». E gli unici a guadagnare saranno «le società energetiche».
(Unioneonline)