Tornano i presepi anche a Tula, nel Sassarese. E come ogni anno il Comune ha invitato i cittadini ad abbellire un angolo del paese. In via Enrico Toti è comparsa una creazione particolare, una scena della natività arricchita dalla riproduzione di un retablo, quello che si trova, a poche decine di metri in linea d’aria, nella chiesa campestre di Nostra Signora di Coros.

«Il nostro presepe – spiegano le due realizzatrici Mariagiovanna Furru e Sara Becciu – è in stile classico ma Gesù Bambino ha deciso di nascere proprio ai piedi di questo retablo risalente al 1577 che riproduce la Santissima Trinità con varie scene: dall’annunciazione alla nascita, dall’arrivo dei Re Magi alla crocifissione». Il desiderio era quello di valorizzare «un bene prezioso del nostro territorio che purtroppo è poco conosciuto».

L’atmosfera è quella medievale, «ci sono anche due monaci, col saio, che rappresentano i monaci vallombrosani che hanno realizzato la chiesa».

Decine di ore di lavoro sono state necessarie per creare le varie statue: «Abbiamo usato una struttura di base, una croce con un fil di ferro, poi le abbiamo imbottite con materiale di recupero, e ognuna ha una sua particolarità. I vestiti sono in cotone e juta, nei colori fedeli al riferimento temporale, tranne i Re Magi che hanno tessuti più ricchi come i velluti. L’unica cosa moderna – aggiungono le due realizzatrici – sono le teste dei personaggi, che ci ha preparato un compaesano, Raffaele, con una stampante 3D». Mentre Gesù Bambino, in versione classica, viene acquistato ogni anno.

Le statuine sono alte circa 40 centimetri, «solo Maria e Giuseppe sono più grandi perché volevamo dare loro più importanza».

La chiesa di Nostra Signora di Coros, in stile romanico del 1100-1200, porta con sé un’antica leggenda: «Si narra che all’epoca di Eleonora d’Arborea in quella zona fossero stati mandati dei gruppi di persone per lavorare le terre. Arrivarono due famiglie: i Furru e i Becca, ma tra loro nacque una sorta di faida che fu interrotta dall’innamoramento di due componenti. E i monaci, per sancire la pace, decisero di costruire la chiesa che inizialmente, per richiamare le vicende della ragazza e del ragazzo, venne dedicata a Nostra Signora de duos coros, dei due cuori».

In questi giorni la giuria incaricata dal Comune ha visitato i vari presepi e solo il 6 gennaio sceglierà il vincitore. «Abbiamo lavorato tanto – concludono Mariagiovanna Furru e Sara Becciu – con l’intento di dare visibilità alle ricchezze del territorio, quel retablo non può rimanere sconosciuto, meritava di essere protagonista di questo omaggio».

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