Anche a Sassari, oltre che nel resto della nazione, va in scena la protesta dei Collaboratori ed esperti linguistici, o Cel, coloro che insegnano la propria madrelingua nelle università. Sono circa 70 le persone ritrovatesi stamattina davanti al rettorato dell’ateneo turritano per reclamare diritti e uno stipendio uniforme con i colleghi del resto della penisola nella manifestazione promossa da Flc Cgil e Uil Rua.

«Chiediamo i fondi al ministero - afferma Titti Zedda, un’insegnante - ci sono alcuni che, dopo 25 anni, guadagnano 1800 euro al mese mentre da noi a Sassari si arriva solo a mille». Ma non è l’unico motivo dello sciopero. «Vorremmo il riconoscimento della nostra figura come insegnanti universitari - continua Zedda - senza pretendere di essere docenti ma nemmeno essere inclusi nel personale tecnico amministrativo come siamo adesso».

I Cel lavorano di supporto alla didattica e nel capoluogo turritano insegnano, solo per citare alcune lingue, lo spagnolo, il francese, il russo, il tedesco, l’inglese oltre all’italiano per gli studenti stranieri.

Solidale coi manifestanti anche il rettore Gavino Mariotti che ha poi accolto una delegazione nel suo ufficio: «Difenderemo i loro diritti ma il problema è ministeriale. Abbiamo comunque già preso contatto con il Miur per capire se possiamo aprire una voce di bilancio e renderlo capiente per pagare la somma integrativa che loro vorrebbero».  

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